L'Occidente aiuti l'Islam

zacaria-bishopCosa accadrà alla fine dei moti rivoluzionari che stanno infuocando il Nord Africa e il Medio Oriente? L'ipotesi che ai regimi militari si sostituiscano quelli islamici, com teme l'Occidente, non è una paura campata in aria. «Il pericolo esiste», ha confermato a Lettera43.it, «Joannes Zakaria, vescovo cristiano-copto di Luxor, in Egitto. «L’Islam è a casa sua», ha spiegato senza esitazioni, «e si presenta non solo come una religione, ma anche come un’alternativa nell’organizzazione dello Stato».
Ma, allo stesso tempo, non ha mancato di lanciare un messaggio di speranza: «Il mondo arabo sta vivendo molti problemi, ma con la forza dei giovani e il sostegno di una buona politica dei potenti del mondo occidentale può avviarsi verso un futuro di libertà e democrazia».     

Le rivoluzioni in Nord Africa e Medio Oriente sembrano contagiarsi a vicenda. Dopo Tunisia e Egitto, la Libia in fiamme e Bharain e Yemen sull'orlo della crisi civile, l’Occidente sta guardando i Paesi islamici con sempre maggiore preoccupazione. La paura che al termine di queste sollevazioni popolari nascano regimi integralisti sale come una febbre giorno dopo giorno.
Un timore che tocca anche quelle fasce di popolazione che in questi Stati seguono altri culti religiosi. Il vescovo cristiano-copto di Luxor, in Egitto, Joannes Zakaria, ha raccontato a Lettera43.it le inquietudini della minoranza cristiana nel mondo arabo.

DOMANDA. Nel villaggio di Shopt, nell’alto Egitto, è stato ucciso un sacerdote cristiano copto.  Come sono cambiati i rapporti tra le diverse comunità religiose in questo periodo?
RISPOSTA. Nonostante tutto, i rapporti fra musulmani e cristiani in Egitto sono abbastanza buoni. L’obiettivo comune dei giovani del Cairo era cambiare il regime e cacciare il presidente Mubarak.
D. E prima della rivoluzione?
R. Anche prima i rapporti erano buoni, specialmente fra la popolazione agricola dei villaggi. I problemi e i conflitti  fra le due comunità sono nati e cresciuti a causa degli uomini del potere governativo, della polizia e delle congregazioni.
D. Ma quanto potere hanno davvero i Fratelli musulmani nel mondo arabo?
R. I Fratelli musulmani (vai alla storia) come movimento nato in Egitto durante l’occupazione inglese sono presenti in tutto il mondo islamico e ovunque ci siano musulmani. Sono ben organizzati, hanno in ogni Paese un consiglio nazionale e si riuniscono anche a livello internazionale.
D. Chi li finanzia?
R. Ricevono aiuti, i cosiddetti i petrodollari, dagli Stati del Golfo arabo. Ma raccolgono soldi anche presso i membri del movimento. Insomma, hanno un potere economico fortissimo.
D. Dove fanno proseliti?
R. Tra la gente più semplice. In Egitto, come in tutto il Medio Oriente, l’ignoranza e la povertà coinvolgono fino il 95% della popolazione. I Fratelli musulmani trovano in queste persone terreno fertile per la loro propaganda religiosa e ogni giorno acquisiscono nuovi membri.
D. Allora anche in Egitto è alto il rischio di un regime islamico?
R: Sì, e non solo in Egitto. Qui il 90% della popolazione è musulmana e solo il 10% copta cristiana. L’Islam è a casa sua e si presenta non solo come una religione, ma anche come un’alternativa nell’organizzazione dello Stato, attraverso l’applicazione della legge islamica.
D. Quindi?
R. Il sogno dei musulmani è di diffondere l’Islam in tutto il mondo, come l’ultima, l’unica e la vera religione di Dio. L’obiettivo è convertire tutti gli uomini della terra per creare uno Stato islamico mondiale. In Egitto, per esempio, i musulmani sono la maggioranza assoluta e pensano che la causa di tutti i problemi che hanno avuto nella loro lunga storia e il ritardo del loro progresso rispetto agli altri Paesi, sia perché non possono vivere secondo la legge islamica. Per tutti questi motivi, penso che il rischio di avere un regime islamico, in Egitto come negli altri Paesi arabi, sia abbastanza alto. Anche perché l’Iran fa molta pressione perché questo accada.
D. Parliamo allora di Teheran. Come esercita questa pressione?
R. L’Iran è un paese musulmano, ma di dottrina sciita, diversa da quella sunnita che è diffusa nel mondo arabo. Teheran vuole guidare tutto il mondo musulmano. L’ayatoallah Khamenei, che è la guida suprema della rivoluzione iraniana contro l’imperalismo americano e il movimento sionista, vuole diffondere la rivoluzione in tutti i Paesi arabi e unire tutti i musulmani  per liberare la Palestina e la moschea della roccia dagli israeliani.
D. Obiettivo ambizioso e spaventoso...
R. L’Iran sta usando per la sua propaganda il senso religioso e il conflitto arabo-israeliano. Si presenta ai musulmani di tutto il mondo come l’unico potere islamico in grado di contrastare la politica europea, quella americana e quella israeliana, che nega il diritto dei palestinesi ad avere uno Stato.
D. Ma in Nord Africa la situazione è molto diversa.
R. In Egitto, in Tunisia, in Libia e in molti altri Paesi del terzo mondo, la maggioranza della popolazione vive in miseria, mentre la ricchezza è in mano solo il 5% degli abitanti. Il contrasto tra la povertà e il lusso è eclatante. Inoltre, la maggior parte dei regimi che governano il terzo mondo sono militari e autoritari. La gente non ha molte speranze di un cambiamento e di una vita migliore.
D. E l’Occidente questi regimi li ha appoggiati.
R. Già. E grazie alla benedizione dell’Occidente i dittatori hanno governato per tutta la vita e cercato di tramandare anche il potere ai figli, portando i loro Paesi verso il declino.
D. Una politica miope.
R. Sì. Per questo i giovani si sono riuniti e hanno protestato contro i loro leader chiedendo democrazia. Il cammino per la libertà in Egitto, in Tunisia, in Libia e in tutti i Paesi del terzo mondo non è facile. Ci sono molti ostacoli e problemi, ma con la forza dei giovani e il sostegno della buona politica dei potenti del mondo si possono creare Stati liberi e democratici.       
D. Il presidente del Consiglio italiano si è detto molto preoccupato per il rischio di regimi estremisti islamici. Cosa ne pensa?
R. Tutti i leader dei Paesi occidentali sono più spaventati per gli interessi dei propri Stati e per la mancanza di petrolio. Per questo hanno paura che gli estremisti islamici prendano il potere. Ma la popolazione povera, dimenticata dai regimi, ha trovato rifugio e speranza negli estremisti religiosi che altro non sono che il frutto dalla politica sbagliata dell’occidente.
D. Allora il pericolo esiste?
R. Certo, il pericolo è reale, come è successo in Iran, Sudan, Afghanistan. Ma invece di essere preoccupati per gli estremisti islamici, vorrei dire a tutti i leader dell’Occidente di aiutare la povera gente. Solo con la costruzione di scuole, università, fabbriche e ospedali queste popolazioni non saranno più vittime degli estremisti islamici e i giovani non lasceranno più i loro Paesi per emigrare.

© Lettera 43 - 26 febbraio 2011- http://www.lettera43.it/