Costruttori di pace e custodi del creato

arcobaleno-12di ALESSANDRO TRENTIN

"Le comunità cristiane sono chiamate a dare una risposta globale senza precedenti di fronte alle sfide che minacciano la coesione umana e l'ambiente": è l'appello che giunge in vista della Convocazione ecumenica per la pace a Kingston, in Giamaica, che rappresenta il momento culminante del programma decennale per la non violenza promosso dal World Council of Churches (Wcc-Consiglio ecumenico delle Chiese-Cec).
Nei giorni scorsi, a Kingston, si è svolta una cerimonia liturgica in occasione del lancio ufficiale dell'evento al quale, secondo le ultime stime, parteciperanno oltre un migliaio di leader di varie organizzazioni religiose e della società civile. La Convocazione, che si terrà dal 17 al 25 maggio, caratterizza infatti la conclusione del programma Decade to overcome violence avviato dal Wcc nel 2001. "L'incontro - ha spiegato il presidente del Comitato organizzatore, Fernando Enns - sarà il momento in cui raccoglieremo i frutti delle iniziative del decennio trascorso, ma anche in cui riconosceremo le nostre mancanze e i nostri errori e ci interrogheremo su come proseguire". In questi giorni nella città giamaicana ferve l'attività preparatoria. "Forte è l'aspettativa per questo rilancio dell'impegno a livello globale - dichiara a "L'Osservatore Romano" il responsabile del programme executive for Peace building and Disarmament per il Wcc, Jonathan Frerichs - mentre aumenta sempre più la consapevolezza delle difficoltà che il mondo attraversa". In questa fase, aggiunge il rappresentante dell'organizzazione ecumenica, "è incoraggiante vedere con quale importanza le comunità che fanno parte del Wcc e i gruppi a esso collegati si stanno preparando all'iniziativa, vista come un'occasione di confronto per affrontare "i temi giusti al momento giusto"". L'agenda si articolerà in sedute plenarie, laboratori, seminari e momenti di preghiera, che coinvolgeranno i partecipanti su quattro tematiche principali: pace nella società, pace con la terra, pace nell'economia e pace tra i popoli. La rilevante partecipazione numerica di leader di varie comunità religiose, ong e altri organismi della società civile viene considerata "come un segno di speranza di fronte alle violenze e alle forme d'ingiustizia che colpiscono il mondo".
L'evento assume peraltro un significato particolare per le comunità religiose dell'isola, dove proprio nel 2011 si festeggiano i settant'anni dalla costituzione del Consiglio nazionale delle Chiese in Giamaica. Come accennato una cerimonia liturgica si è svolta a Kingston alla presenza di vari leader, tra i quali il presidente della Conferenza episcopale nelle Antille, l'arcivescovo di Kingston in Jamaica, Donald James Reece. Monsignor Reece, riferendosi alla violenza della schiavitù, ha sottolineato che la Giamaica "è la sede giusta per poter esaminare il percorso che dalle forme di oppressione della libertà ha portato al movimento per la pace. Noi non siamo chiamati a sperimentare la guerra e l'odio, ma l'unità e la pace". In un messaggio video trasmesso durante la cerimonia liturgica, il segretario generale del Wcc, Olav Fykse Tveit, ha messo in rilievo la proficua collaborazione tra la Conferenza episcopale nelle Antille e il Consiglio nazionale delle Chiese in Giamaica. Il segretario generale ha anche richiamato le altre iniziative che accompagnano la Convocazione, tra le quali, in particolare, la celebrazione mondiale, il 22 maggio, della Domenica della Pace. Per l'occasione tutte le comunità religiose del Wcc saranno chiamate a unirsi in preghiera con i partecipanti all'incontro ecumenico, per suggellare il rilancio dell'impegno globale verso la pace giusta. Nel documento preparatorio alla Convocazione ecumenica è fra l'altro scritto: "La pace e la costruzione della pace sono aspetti importanti della vita comune nella casa di Dio. Se ognuno vive in armonia con l'altro e tutti sperimentano il benessere come frutto del vivere in verità, giustizia e pace nella casa, allora tutti devono partecipare al processo della costruzione della pace, del rafforzamento spirituale e dell'edificazione (oikodome). Ognuno è chiamato come costruttore della casa (oikodomos) a edificare e rafforzare l'oikoumene, aiutando ogni suo membro a vivere in modo responsabile e attivo". In sintesi, si conclude, "sia il nostro mondo interiore (la costruzione della pace come educazione dello spirito) che il mondo esteriore (la costruzione della pace in e con le istituzioni giuste) hanno un urgente bisogno di costruttori di pace. La terra ha bisogno di cristiani che si uniscano agli altri per costruire la pace nel creato e, allo stesso tempo, facciano la pace con il creato". L'incontro ecumenico, ribadisce a "L'Osservatore Romano" il direttore della Commission of Churches on International Affairs del Wcc, Mathews George Chunakara, "servirà dunque a fornire un ampio spettro di azioni, in modo tale da creare una piattaforma comune da cui partire per dare testimonianza e senso di praticità alla pace di Dio e trovare i modi per rafforzare la posizione delle comunità religiose". In tale modo, aggiunge, "tutte le comunità e i singoli individui troveranno un'opportunità d'incoraggiamento per rinnovare il loro impegno per la non violenza". L'auspicio, conclude Chunakara, "è che il documento finale, che scaturirà dall'incontro, possa contribuire a rafforzare le posizioni delle comunità religiose sulla pace giusta e a renderle capaci di essere più creative ed efficaci nella loro missione per promuovere la pace e la riconciliazione a ogni livello della società".

(©L'Osservatore Romano 24 marzo 2011)