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Dialogo tra Chiesa e Stato finalizzato al bene comune

Un dialogo tra Chiesa e Stato finalizzato al bene comune, nel rispetto delle reciproche competenze e dei peculiari campi d'azione, è stato auspicato dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, durante l'incontro con la Conferenza episcopale di Bielorussia, avvenuto a Minsk venerdì mattina, 20 giugno. Il porporato, al suo terzo giorno nella capitale bielorussa, ha ribadito che occorre rafforzare la collaborazione, perché la Chiesa non cerca privilegi ma chiede solo che le sia permesso di adempiere ai propri impegni, attraverso un'azione - ha poi aggiunto durante il pranzo offerto dal ministro degli Esteri Martynov - "unicamente volta al bene, non solo dei cattolici, ma di tutti i cittadini".
Al di là dell'invito alla cooperazione con le autorità civili, il lungo e articolato discorso rivolto da Bertone all'episcopato bielorusso contiene indicazioni soprattutto di natura pastorale. "Questa visita che compio per mandato del Sommo Pontefice - ha spiegato - vuole essere un gesto di amicizia, un segno tangibile della solidarietà da parte della Santa Sede nei confronti delle vostre Chiese particolari, uno stimolo a proseguire nel lavoro pastorale che avete avviato, tenendo conto anche delle difficoltà che in questo momento storico contrassegnano il vostro Paese, l'Europa e il mondo". Alla presenza dell'anziano cardinale Kazimierz Swiatek, del nunzio apostolico Martin Vidovic e dei vescovi, il porporato ha delineato la figura, il ruolo e i compiti peculiari del vescovo in questa nostra epoca ricca di fermenti sociali, culturali e religiosi. È chiamato anzitutto a essere pastore umile, servus servorum Dei, secondo l'espressione di san Gregorio Magno riproposta di recente da Benedetto XVI. Un servitore che però non è solo, essendo membro di un collegio, dell'insieme dei successori degli Apostoli. Ciò comporta vincoli di fraternità, di condivisione e di corresponsabilità tra tutti i vescovi. Il segretario di Stato mostra di conoscere bene la realtà della Chiesa in Bielorussia, dove i presuli non possono contare come i confratelli in altre parti del mondo, sulla cooperazione di sufficienti operatori pastorali. Per questo - egli dice - l'esiguo numero di presbiteri, di diaconi e di religiosi o laici, rende necessario "uno sforzo ulteriore per un più efficace coordinamento fra tutte le generose realtà ecclesiali" di Bielorussia, al fine di reperire risorse per la realizzazione di vari progetti pastorali, come la costruzione di chiese.
Per il cardinale la gente di Bielorussia ha bisogno di risposte che raggiungano la mente e il cuore. "Evangelizzare - ha sottolineato - non è un fatto solo di dottrina, ma è la proposta di un incontro con Cristo, che porta a vivere il Vangelo e a impregnare la società, a iniziare dalla famiglia".
Infine il porporato ha indicato una "palestra" quotidiana che serva ai presuli per crescere in saggezza spirituale e santità:  amore per la liturgia e per la preghiera, devota celebrazione della messa, meditazione e adorazione eucaristica, contemplazione e familiarità con la Bibbia. Quindi ha esortato a una costante attenzione alle necessità dei cattolici degli altri due riti orientali presenti nel Paese e ai due seminari, strutture di vitale importanza per tutta la Chiesa in Bielorussia. Infine un richiamo pressante al dialogo ecumenico, con la consegna a superare, laddove fosse necessario, eventuali pregiudizi storici.
Al termine della mattinata, durante la quale ha incontrato anche il presidente della Repubblica Aleksander Gregorovic Lukashenko, il cardinale Bertone ha poi partecipato al pranzo in suo onore offerto dal ministro degli Esteri. "Benedetto XVI - ha ricordato nella circostanza il segretario di Stato - ama il popolo bielorusso e lo segue con la sua preghiera. La Santa Sede, da parte sua, è vicina a questo nobile popolo e vuole sostenerne con convinta partecipazione ogni processo di autentico sviluppo, per questo essa intende proporre al Governo una collaborazione, oltre che a livello bilaterale, anche nei forum internazionali in favore della pace fra i popoli e l'autentico progresso dell'umanità. "Tanto più efficace sarà questa intesa - ha proseguito - quanto più s'intensificheranno i contatti bilaterali, franchi e aperti, con l'unico scopo di ricercare insieme il bene comune".
Giovedì pomeriggio, 19 giugno, il porporato aveva visitato il centro pastorale "San Giuseppe" della comunità greco-cattolica di Bielorussia. Accolto dal visitatore apostolico per i greco-cattolici in Bielorussia, l'archimandrita Jan Sergiusz Gajek, il cardinale Bertone aveva ringraziato per la fedeltà di questa Chiesa verso il Papa, evidenziando come l'unità nella diversità dei riti, delle forme e culture sia una grande ricchezza per la Chiesa cattolica. "La comunione - aveva concluso - è un tesoro ecclesiale che dobbiamo conservare gelosamente, difendendolo da ogni rischio e da ogni pericolo".

(©L'Osservatore Romano - 21 giugno 2008)



"Secondo i Vangeli la libertà è un frutto che matura sotto il sole della verità. Una certa cultura moderna, specie in Occidente, capovolge l'assunto e sostiene: ‘praticherete la libertà, e la libertà vi farà veri". Secondo il card. Bertone, segretario di Stato vaticano, è questa la "formula centrale di un nuovo vangelo secolarizzato, agnostico, talvolta ateo, in cui la libertà primeggia su tutto". Tenendo ieri pomeriggio la "lectio magistralis" al mondo della cultura, ai docenti e agli studenti dell'Università Statale bielorussa, Bertone si è soffermato sul tema: "Fede e ragione: parlare di Dio all'uomo di oggi", ribadendo che "nel legame fra verità e libertà il primato spetta alla prima. Se vediamo fede e ragione come due strade rivolte alla conoscenza della verità, si dilegua quella competizione di principio fra loro". Al contrario, "il razionalismo e l'ateismo hanno pensato così il nesso uomo-Dio: quanto più l'uomo pone in alto Dio, tanto più si aliena e sottrae a se stesso qualcosa di essenziale". "Oggi chi parla di religione e di fede ha spesso la sensazione di somigliare ad un clown", ha fatto notare il cardinale, sottolineando "quanto sia difficile parlare di religione e di Dio all'uomo di oggi, in un contesto culturale di progressiva secolarizzazione". Secondo Bertone, "non solo chi ascolta è tentato dall'incredulità": "anche nel credente serpeggia la minaccia dell'incertezza".

“L’unità nella diversità dei riti, delle forme e culture è una grande ricchezza per la Chiesa cattolica; è un tesoro la comunione ecclesiale che dobbiamo conservare gelosamente difendendolo da ogni rischio e pericolo”. Lo ha detto il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, incontrando ieri la comunità greco-cattolica, durante la sua visita in Bielorussia. “Per restare fedeli a questa unità – ha proseguito - tanti martiri hanno versato il sangue nel corso dei secoli, come san Giosafat, santo a voi molto caro come del resto a tutti i cattolici”. “Il Signore ci chiama tutti a seguire l’esempio di questi nostri fratelli e sorelle nella fede l’esortazione del porporato, secondo il quale la “testimonianza” dei martiri “brilla dinanzi a noi come fulgido esempio nella fermezza della fede e nella fedeltà al Vangelo anche in mezzo alle difficoltà e alle sfide del mondo post-moderno”. “Voi siete gli eredi di una antica tradizione liturgica e canonica, che ha piena dignità nella Chiesa santa di Dio”, le parole di Bertone alla comunità greco-cattolica, cui ha portato il “saluto”, la “benedizione” e la “costante sollecitudine” Papa, ringraziandoli per la loro “fedeltà”. Tra i presenti, Bertone ha salutato il visitatore apostolico per i greco-cattolici in Bielorussi,l’archimandrita padre Jan Sergiusz Gajek, i vescovi ed il nunzio apostolico in Bielorussia, mons. Martin Vidovic.

Lo Stato e la Chiesa non sono “tra loro come antagonisti”, bensì “protagonisti di un progetto di sviluppo umano e sociale finalizzato sempre e solo al bene comune, nel rispetto delle reciproche competenze e dei propri e peculiari campi d’azione”. A ribadirlo è stato il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, incontrando oggi la Conferenza episcopale bielorussa, esortata a “rafforzare” il “dialogo” con le autorità civili “con stima e rispetto delle parti”. “La Chiesa, come il Papa ha affermato più volte – ha precisato il cardinale - nel dialogo con le pubbliche autorità non cerca privilegi, bensì chiede soltanto che le sia permesso di adempiere l’impegno affidatole dal suo divino Fondatore”. “Vivere il Vangelo e impregnare la società, ad iniziare dalla famiglia, della luce di Cristo”: questa l’ideale consegna di Bertone ai vescovi bielorussi, sollecitati ad “uno sforzo per la formazione di cristiani autentici, che si impegnino nel testimoniare la propria fede”. La “cura” delle vocazioni ed il dialogo ecumenico, “superando eventuali pregiudizi storici”: queste due priorità pastorali indicate alla Chiesa locale. Citando Giovanni Paolo II, Bertone ha ricordato che, nelle relazioni tra cattolici ed ortodossi, il dialogo ecumenico è “lo strumento più adatto per affrontare uno scambio fraterno volto a risolvere il contenzioso in spirito di giustizia, di carità e di perdono”.

“Collaborazione, oltre che a livello bilaterale, anche nei forum internazionali in favore della pace fra i popoli e l’autentico progresso dell’umanità”. E’ la proposta rivolta dal card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, al Ministro degli Esteri bielorusso, …. “Tanto più efficace sarà questa intesa e questa collaborazione – ha proseguito il cardinale - quanto più s’intensificheranno i contatti bilaterali, franchi ed aperti, con l’unico scopo di ricercare insieme il bene comune”. “La Santa Sede è vicina a questo nobile popolo e vuole sostenerne con convinta partecipazione ogni processo di autentico sviluppo”, ha assicurato Bertone, ribadendo che “il Papa ed i suoi collaboratori sono amici dei bielorussi dei quali comprendono l’animo ricco di speranza”. “L’auspicata collaborazione tra la Chiesa e lo Stato non può che svolgersi nel rispetto delle reciproche competenze e degli specifici ambiti di azione”, ha precisato Bertone tornando su un tema già toccato durante l’incontro con la Conferenza episcopale bielorussa: “La Chiesa, da parte sua, rispetta le pubbliche autorità e chiede per sé nessun privilegio di sorta, ma desidera semplicemente che le sia permesso di espletare la sua azione unicamente volta al bene non solo dei cattolici bensì di tutti i cittadini”.

News by SIR



Il cardinale Bertone in Bielorussia: il dialogo ecumenico è la strada per risolvere i contenziosi della storia con spirito fraterno

E’ una missione densa di impegni quella del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che da mercoledì scorso si trova in Bielorussia per incontri con la comunità cattolica locale e con le autorità del Paese. Questa mattina, il porporato ha tenuto un discorso all’episcopato bielorusso, ha incontrato il capo di Stato, Lukashenko, quindi ha partecipato a un pranzo offerto in suo onore dal ministro degli Esteri.

"Pastori del gregge" in un Paese e in un periodo storico nel quale non mancano le difficoltà, prima fra tutti quella di dover fra fronte alle esigenze dei cattolici con un "esiguo numero" di sacerdoti, di diaconi e di altri collaboratori pastorali il cardinale Bertone ha portato l'incoraggiamento di Benedetto XVI alla Chiesa bielorussa. Il segretario di Stato ha parlato stamattina ai presuli del Paese, nel primo dei vari incontri che arricchiscono la sua agenda giornaliera. Raccomandando la salvaguardia dell'unità fra i vescovi locali e con i rispettivi sacerdoti, compresa la cura dei seminari, il cardinale Bertone ha insistito anche sull'importanza di un confronto con gli ortodossi scevro di "pregiudizi". Il dialogo ecumenico, ha affermato, citando una lettera di Giovanni Paolo II del 1991 sulla libertà di espressione religiosa, è lo "strumento più adatto per affrontare uno scambio fraterno volto a risolvere il contenzioso in spirito di giustizia, carità e perdono". Del resto, ha riconosciuto, "la situazione è resa più complessa dal fatto che state aspettando la restituzione dei beni ecclesiastici confiscato dalla legislazione sovietica, in particolare delle Chiese e dei luoghi di culto".
 
Di dialogo e di collaborazione il cardinale Bertone ha parlato anche riferendosi ai rapporti fra Stato e Chiesa locale. Lo ha fatto con i vescovi e più tardi nel breve intervento di ringraziamento al ministro degli Esteri bielorusso, Martynov, che lo ha invitato ad un pranzo di gala. Vorrei ripetere, ha affermato, "che la Santa Sede intende proporre al governo una collaborazione, oltre che a livello bilaterale, anche nei forum internazionali in favore della pace fra i popoli e l'autentico progresso dell'umanità". Ieri pomeriggio, incontrando la comunità greco-cattolica del Paese, il segretario di Stato aveva messo in luce gli stretti vincoli mantenuti con il Papa: "So che la fedeltà verso di lui è grande e di questo vi ringrazio", ha affermato. "L'unità dei diversi riti, delle forme e culture - ha soggiunto - è una grande ricchezza per la Chiesa cattolica; è un tesoro la comunione ecclesiale che dobbiamo conservare gelosamente difendendolo da ogni rischio e pericolo".
 
Sempre ieri, nel primo pomeriggio, il cardinale Bertone aveva parlato al mondo della cultura e agli studenti dell'Università statale bielorussa sul tema "Fede e ragione: portare Dio all'uomo di oggi". Un uomo, ha asserito nella sua lectio magistralis, che desidera interiormente verità e libertà, ma il mondo secolarizzato e agnostico nel quale vive ha stravolto l'essenza di questi concetti. Viceversa, è la rivelazione cristiana, ha riflettuto il cardinale Bertone, che immette nella nostra storia una verità universale. Dunque, ha concluso, in "un mondo che sembra impossibilitato ad andare oltre il fenomeno", l'uomo non deve piegarsi alle apparenze, ma "deve ricercare la Gloria di Dio, che è "lo splendore luminoso della verità".

news by Radio Vaticana