Il Papa al nuovo patriarca maronita, Béchara Raï: il Medio Oriente aspira a una pace duratura

Bishop20Bechara20Rai2020090527Il Medio Oriente anela a una pace duratura che la Chiesa, soprattutto quella che vive in quell’area, può contribuire a stabilire. È’ l’auspicio di Benedetto XVI che emerge dal discorso rivolto questa mattina al nuovo patriarca di Antiochia dei Maroniti, Sua Beatitudine Béchara Boutros Raï, e al folto gruppo di vescovi e fedeli presenti nella Sala Clementina in Vaticano. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Duemila anni fa, Antiochia era una grande e prospera città dell’Impero romano, nella quale trovarono il loro posto i primi seguaci del Dio Crocifisso, che proprio in quella città per la prima volta furono chiamati “cristiani”. Oggi, la sede patriarcale di Antiochia dei Maroniti è a capo di una comunità cattolica certamente non tra le più grandi dell’universo cristiano, ma è ancora lì – ha detto il Papa – che si può e si deve ritrovare “l'entusiasmo dei primi cristiani”, quelli assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli, fedeli alla comunione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera. Tra ricchezza spirituale passato e “turbolenze” più recenti, Benedetto XVI ha celebrato la nuova pagina di storia inaugurata poche settimane fa con l’elezione di Sua Beatitudine Béchara Boutros Raï a capo della Chiesa maronita, che conta in Libano un milione di fedeli e il doppio in diaspora. Una Chiesa antica quanto il Vangelo, dunque, ma in parte bisognosa di riscoprirlo, come accade in diverse zone mediorientali e come anche il Sinodo dello scorso ottobre ha ricordato:

“Parce que vous êtes au cœur…

Poiché vi trovate nel cuore del Medio Oriente, voi svolgete una missione immensa tra gli uomini, ai quali l'amore di Cristo vi spinge a proclamare la Buona Novella della Salvezza (...) Questa regione del mondo, che i Patriarchi, i Profeti, gli Apostoli e Cristo stesso hanno benedetto con la loro presenza e la loro predicazione, aspira a una pace duratura che la Parola di Verità, accolta e vissuta, ha la capacità di stabilire”.

Milleseicento anni dopo la morte di San Marone, fondatore della comunità cattolica libanese, l’obiettivo dei suoi successori – ha affermato Benedetto XVI – non è cambiato: è quello di radicare Cristo nelle coscienze. Proseguite in questo impegno, ha detto il Papa, “offrendo una formazione umana e spirituale, morale e intellettuale” soprattutto ai giovani, utilizzando al meglio la “rete scolastica e catechistica” maronita, della quale – ha soggiunto il Pontefice – “conosco la qualità”:

“Je sohuaite ardemment que votre rôle…

Auspico di cuore che il vostro ruolo nella loro formazione sia riconosciuto sempre meglio dalla società, in modo che i valori fondamentali siano trasmessi senza discriminazioni. Così i giovani di oggi diventeranno uomini e donne responsabili, nelle loro famiglie e nella società, per costruire una maggiore solidarietà e una più grande fraternità fra tutti i componenti della nazione”.

Oltre a rivolgere un pensiero di ringraziamento al patriarca uscente, il cardinale Nashrallah Pierre Sfeir, e a tutta la Chiesa libanese per la testimonianza di “fraterna e indefettibile unità” sempre mostrata con quella di Roma, Benedetto XVI ha sollecitato il nuovo patriarca e i vescovi maroniti a “intensificare la formazione dei sacerdoti e dei tanti giovani” che intendono donarsi a Dio. “Con il loro insegnamento e la loro vita – ha concluso – siano autentici testimoni della Parola di Dio e aiutino i fedeli a radicare la loro esistenza e la loro missione in Cristo”.

© www.radiovaticana.org - 14 aprile 2011

vd qui il filmato della CTV

http://www.gloria.tv/?media=145648