Medio oriente/ Papa, la Chiesa vuole contribuire a una pace duratura

arcobaleno-12"Il Medio Oriente anela a una pace duratura che la Chiesa, soprattutto quella che vive in quell'area, puo' contribuire a stabilire". Lo ha sottolineato Benedetto XVI nel discorso rivolto questa mattina al nuovo patriarca di Antiochia dei Maroniti, Sua Beatitudine Bechara Boutros Rai ex giornalista della Radio Vaticana eletto a capo di una comunita' che conta in Libano un milione di fedeli e il doppio in diaspora, ed e' stato accompagnato nel Palazzo Apostolico da un folto gruppo di vescovi e fedeli che lo hanno festeggiato con il Pontefice. Il Papa ha voluto ricordare quanto radicata sia nella regione la Chiesa Cattolica Maronita, una delle piu' antiche del rito orientale, "antica quanto il Vangelo ma in parte - ha detto - bisognosa di riscoprirlo, come accade in diverse zone mediorientale". Duemila anni fa, ha ricordato il Pontefice, Antiochia era una grande e prospera citta' dell'Impero romano, nella quale trovarono il loro posto i primi seguaci del Dio Crocifisso, che proprio in quella citta' per la prima volta furono chiamati "cristiani". "Oggi, la sede patriarcale di Antiochia dei Maroniti e' a capo di una comunita' cattolica certamente non tra le piu' grandi dell'universo cristiano, ma e' ancora li' - ha scandito - che si puo' e si deve ritrovare "l'entusiasmo dei primi cristiani", quelli assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli, fedeli alla comunione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera. Ricordando la "ricchezza spirituale" di questo glorioso passato e le "turbolenze" piu' recenti, Benedetto XVI ha sottolineato che si apre oggi "una nuova pagina di storia" con l'elezione di Sua Beatitudine Bechara Boutros Rai a capo della Chiesa maronita che opera "nel cuore del Medio Oriente", dove "svolge una missione immensa tra gli uomini, ai quali l'amore di Cristo vi spinge a proclamare la Buona Novella della Salvezza" impegnandosi a favore di "una pace duratura che la Parola di Verita', accolta e vissuta, ha la capacita' di stabilire". Milleseicento anni dopo la morte di San Marone, fondatore della comunita' cattolica libanese, l'obiettivo dei suoi successori, ha affermato Benedetto XVI, non e' cambiato: e' quello di radicare Cristo nelle coscienze. Proseguite in questo impegno, ha chiesto ai maroniti, "offrendo una formazione umana e spirituale, morale e intellettuale" soprattutto ai giovani, utilizzando al meglio la "rete scolastica e catechistica" maronita, della quale il Papa ha riconosciuto oggi "la qualita'" e chiesto pubblicamente che essa sia riconosciuta "sempre meglio dalla societa' libanese, in modo che i valori fondamentali siano trasmessi senza discriminazioni". "Cosi' - ha concluso Ratzinger - i giovani di oggi diventeranno uomini e donne responsabili, nelle loro famiglie e nella societa', per costruire una maggiore solidarieta' e una piu' grande fraternita' fra tutti i componenti della nazione".

© http://affaritaliani.libero.it/ - 14 aprile 2011