Testimoni a Salonicco

salonicco-simposio-2Salonicco, la città in cui si è svolto il XII Simposio intercristiano, dal 29 agosto al 2 settembre scorsi, sul tema "La testimonianza della Chiesa nel mondo contemporaneo", è un Vicariato Apostolico retto dall'amministratore apostolico monsignor Ioannis Spiteris, arcivescovo di Corfù, Zante e Cefalonia. La presenza del presule all'incontro - di cui è stato uno dei promotori negli anni '90 del secolo scorso - ha offerto l'occasione di raccogliere alcune informazioni sulla storia del territorio a lui affidato.
Il Vicariato Apostolico di Salonicco - Thessaloniki - secondo quanto ha spiegato il presule, è il primo, vero Vicariato Apostolico della storia della Chiesa, chiamato così prima che il termine avesse nel diritto canonico il significato che ha oggi, cioè una diocesi in formazione. Il motivo sta nel fatto che anticamente vescovo di Salonicco era il Papa. La città era la seconda capitale dell'impero bizantino, posta al centro dell'Illiria, che in quel tempo comprendeva l'area dell'attuale ex Jugoslavia, una buona metà della Grecia odierna, le isole dell'Egeo fino a Corfù. Il Papa vi aveva messo un vicario che lo rappresentasse per indicare l'importanza della sede.
Oggi Salonicco è un Vicariato Apostolico secondo il senso voluto dal Diritto Canonico, e nella sua giurisdizione rientra l'intera Grecia del Nord, dove ci sono centinaia di cattolici che si trovano in condizioni di isolamento e senza nessuna assistenza religiosa. Il Vicariato è carente di clero e può garantire solo la visita di un sacerdote ogni quindici-venti giorni. Complessivamente ospita circa 40.000 cattolici greci, cioè lo stesso numero di quanti ce n'erano in tutta la nazione trent'anni anni fa. L'emigrazione, in aggiunta, ha fatto salire il numero complessivo dei cattolici a 350.000, ma è difficile trovarli perché dispersi non solo nelle città, ma anche nelle isole più piccole e nei villaggi più lontani. Molti vengono dall'Albania e chiedono quasi subito il battesimo, che però viene conferito dopo un periodo di formazione di almeno due anni, affidata a un sacerdote della loro lingua. "Comunque - afferma monsignor Spiteris - ogni due anni io amministro i sacramenti dell'iniziazione cristiana a una trentina tra albanesi e africani. Ma sono certo che sarebbero molti di più se ci fossero più sacerdoti disposti a lavorare con loro e per loro". A Salonicco, aggiunge, "abbiamo anche alcune missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta che hanno aperto una casa di accoglienza per donne abbandonate o maltrattate in famiglia". La casa è così utile che la stessa polizia vi accompagna donne e bambini bisognosi di aiuto. La casa vive esclusivamente della carità della gente e di qualche sussidio che viene dal Vicariato o dalla parrocchia. "Fino a qualche tempo fa - osserva l'arcivescovo - avevamo anche una bella scuola diretta dai Fratelli delle Scuole Cristiane. Inoltre abbiamo anche una comunità delle Piccole sorelle di Gesù di Charles de Foucauld, impegnate a Giannizà, una cittadina a 150 chilometri da Salonicco, con un gruppo di cattolici di rito greco". Un aiuto decisivo, puntualizza il presule, viene anche dai laici. Il coordinatore della catechesi e responsabile dei giovani, ad esempio, è un professore della Giordania che insegna architettura all'università; mentre i ragazzi del ginnasio sono affidati alle premure di una psicologa polacca. Tutto questo non cancella, tuttavia, le difficoltà, ma monsignor Spiteris conclude che "non rinunceremo mai alla nostra attività assistenziale, fiduciosi nell'aiuto della Provvidenza".

(©L'Osservatore Romano 7 settembre 2011)