ECUMENISMO SEMPRE PIÙ UN FATTO DI POPOLO

Un progetto a cui si sta lavorando già da qualche tempo e di cui la Conferenza episcopale italiana era già a conoscenza ma che comunque "suscita sentimenti molto positivi". Così mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Commissione episcopale della cei per l'ecumenismo e il dialogo commenta oggi la decisione presa dal Patriarcato di Mosca di iniziare "il processo di registrazione ufficiale della Chiesa ortodossa in Italia" con la nomina, per la prima volta, di un vescovo. Secondo il rappresentante della Cei, questo progetto dimostra che "la collaborazione tra le Chiese diventa sempre più un fatto di popolo e non solo di vertici, per cui l'ecumenismo non è più unicamente un esercizio di diplomazia ecclesiastica ma sempre più incontro tra le comunità, ponendolo nel suo vero alveo". "L'ufficio Cei per l'ecumenismo e il dialogo - spiega il vescovo - era già a conoscenza dell'intenzione della Chiesa ortodossa russa di creare una struttura amministrativa ecclesiastica per le parrocchie russe in Italia. E in effetti nell'ultimo Sinodo è stata approvata l'istituzione di questa amministrazione con la designazione di un vescovo che ancora non è stato nominato ma che è il vescovo di Bogoliubsk, una cittadina vicino a Mosca". L'Italia fino ad oggi era amministrata dal metropolita per l'Europa occidentale Innocent de Chersonèse il quale fino ad ora era responsabile per la Francia, la Spagna, il Portogallo e l'Italia. Con la decisione del Patriarcato, l'Italia è stata sottratta per essere una amministrazione a sé. "Non una vera diocesi - sottolinea mons. Paglia - ma una istituzione amministrativa che avrà un suo vescovo, che vivrà in Italia ma avrà la sede titolare non in Italia ma in Russia, a Bogoliubsk". La presenza sempre più massiccia di fedeli della Chiesa russa in Italia - aggiunge il vescovo Paglia - porta al nostro Paese "il contributo che stanno danno tutte le Chiese ortodosse, e cioè quello di una spiritualità e di una tradizione liturgica assolutamente straordinaria. Non dobbiamo dimenticare che la salvezza della Chiesa russa durante il regime totalitario è avvenuto proprio grazie alla celebrazione della liturgia e la chiesa Russa continua ancora oggi a richiamare la Chiesa di Occidente alla centralità della liturgia nella vita della Chiesa". Tra i "gesti" di amicizia che hanno favorito il dialogo tra Russia e Italia, mons. Paglia ricorda la concessione di una chiesa a Napoli e la costruzione di una chiesa russa a Roma, la Chiesa di Santa Caterina, "a 300 metri da piazza San Pietro". E conclude: "Questo legame così forte e singolare della Chiesa ortodossa russa con l'Italia non è un caso e non può non far pensare che il primate della Chiesa cattolica in Italia è il Papa".
News by SIR