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La spiritualità dell'Oriente cristiano ponte verso la piena unità

L'annuale pellegrinaggio al celebre santuario di Zarvanytsia in Ucraina si svolge nel mese di luglio e raccoglie attorno alla icona della Madre di Dio decine di migliaia di fedeli greco-cattolici provenienti soprattutto dalle regioni occidentali del Paese. Vi partecipano anche numerosi vescovi, sacerdoti e religiosi orientali e latini, guidati dall'arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyc, cardinale Lubomyr Husar, capo e padre della Chiesa ucraina di rito bizantino. Ospite d'onore per il corrente anno il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il quale è intervenuto al termine della Divina Liturgia di domenica 13 luglio per esprimere la vicinanza di Benedetto XVI e recare la sua benedizione a tutti gli ucraini. "Ringraziare è il compito che ci consegna ogni vera Eucaristia! - ha affermato il porporato - ma come ringraziare degnamente? Come ringraziare da discepoli di Cristo? Affidando il nostro grazie alla Santa Madre del Signore:  è lei che ci insegna a ringraziare da cristiani col suo magnificat. In quelle sante parole trova glorificazione la Divina Trinità e ciascun credente si sente amato dal Signore, il quale continua a compiere le grandi opere del suo amore. Mentre gioivo per la bellezza della liturgia bizantina e con voi adoravo il Signore, mi sentivo interprete delle altre Chiese orientali cattoliche sparse nel mondo". Il cardinale ha poi sottolineato la missione affidata dal Concilio Ecumenico Vaticano ii agli orientali cattolici:  "rimanere fedeli al patrimonio spirituale dell'Oriente cristiano e alla Sede romana per essere un ponte verso l'unità di tutti i cristiani. La nostra unità è urgente perché il mondo è stanco di attendere. Nella sua preghiera Gesù afferma:  siano una cosa sola perché il mondo creda! Confermate, cari amici, la splendida unità che avete manifestato a Zarvanytsia per servire efficacemente l'annuncio della fede cristiana nel nostro tempo".
Richiamando la veglia notturna, che aveva aperto la domenica, il cardinale Sandri ha evocato Gerusalemme che si rallegra per i suoi figli per assicurare il ricordo dei fratelli e degli amici a tutti i membri della Chiesa greco cattolica e la condivisione delle più forti preoccupazioni. Tra queste la principale è l'emigrazione di tanti ucraini alla comprensibile ricerca di migliori condizioni di vita, con i posti vuoti lasciati nelle famiglie che incidono pesantemente sull'educazione delle giovani generazioni e sull'armonia dei nuclei familiari, ecclesiali e sociali:  "Maria Santissima è in preghiera anche per gli ucraini lontani, che sono pieni di nostalgia pensando a Zarvanytsia! Possano un giorno tornare e quanti sono intenzionati a partire trovino nella loro patria una vita dignitosa grazie all'impegno di tutti".
L'Ucraina sta assistendo ad una significativa ripresa sociale ed economica, ed è sempre più fiera della sua identità ed autonomia, come del ruolo che le compete in seno all'Europa e alla comunità internazionale. Ma non nasconde persistenti difficoltà e problemi, che anche le Chiese possono contribuire a risolvere, soprattutto coltivando le profonde radici cristiane della nazione. È quanto le autorità civili a Lviv e quelle del governo e della presidenza della Repubblica a Kyiv hanno espresso al cardinale Sandri, sempre unendo parole di apprezzamento per il servizio alla pace e alla solidarietà universali offerto da Benedetto XVI e di gratitudine per l'indimenticabile visita di Giovanni Paolo II in Ucraina. Di rilievo anche l'incontro con Volodymyr, Metropolita ortodosso di Kyiv e di tutta l'Ucraina, nella residenza presso la Lavra. La preghiera ecumenica ha accompagnato ogni tappa del viaggio, caratterizzato tuttavia dall'incontro con la comunità cattolica. A Lviv con i seminaristi, che il porporato ha esortato alla gioia e alla gratitudine evangeliche, come vie alla fedeltà nel servizio a Dio e alla Chiesa; e con la comunità dell'Università Cattolica, in pieno sviluppo sotto il profilo accademico, alla quale ha ricordato le sfide che la attendono, quali:  "la preservazione di un enorme patrimonio spirituale, che porta non raramente il sigillo del martirio. Con parole il più possibile adeguate dovete annunciare il paradosso della stoltezza della croce come via alla sapienza.
La memoria della croce di Cristo, così come si è espressa nei vostri martiri, non è un passato da dimenticare, è un patrimonio anche culturale da valorizzare, che darà nuovi abbondanti frutti", come pure le aspettative della società ucraina:  "I gravi problemi che essa sta vivendo hanno bisogno di nuove risposte, e molte di esse siete voi a doverle elaborare in un maturo impegno culturale".
La sfida più urgente è, comunque, il perseguimento di "un armonioso equilibrio tra fede e ragione.
La conoscenza senza la sensibilità etica, infatti, limita e talora soffoca lo spirito umano. L'Università Cattolica è chiamata, perciò, a diventare una fucina di sperimentazione di nuovi modelli di educazione e di approccio alla scienza. Sia la scienza teologica, sia le scienze umanistiche e naturali, devono approdare ad un dialogo sempre più proficuo. Il rispetto della reciproca autonomia non equivale a reciproca opposizione o vicendevole esclusione".
La celebrazione eucaristica nella cattedrale latina di Lviv ha consentito al cardinale prefetto di ribadire alla presenza dell'arcivescovo cardinale Marian Jaworski, del coadiutore monsignor Mokrzycki, come del cardinale Husar e di altri vescovi di rito bizantino, l'impegno a pregare "gli uni per gli altri nel vincolo dell'amore e della pace di Cristo, che la santa Eucaristia realizza, nonostante le nostre debolezze e le difficoltà della storia. Fiducia e fraternità reciproche, e spirito di autentica riconciliazione cristiana, ci sostengano nella personale testimonianza a Cristo e nella missione ecclesiale, di cui siamo responsabili davanti a Dio e al mondo". Prendendo spunto dalla festa di san Benedetto e dall'Anno paolino, ha sottolineato la straordinaria eredità e responsabilità cristiana del continente europeo e la necessità di dare uno specifico contributo per approfondire il solco cristiano tracciato sulle terre europee dai grandi evangelizzatori e confessori della fede:  "Guai a noi, pastori e fedeli, se davanti all'esempio degli apostoli, dei martiri e dei santi, e sapendo di potere beneficiare della loro potente intercessione presso il Signore, non annunciassimo il vangelo, nel quale soltanto è la salvezza che ogni cuore umano attende".
Ai religiosi e alle religiose è stato riservato uno specifico ritrovo nel monastero di Univ, riportato all'originario splendore in un'oasi di assoluto silenzio, dopo i lunghi anni della persecuzione comunista, che lo aveva devastato e infine adibito a ricovero per malati mentali.
Il monaco è il cristiano finalmente unificato, perché in Cristo ha trovato l'essenziale. Queste le parole del cardinale, che ha poi citato la lettera apostolica Orientale lumen di Giovanni Paolo II per ribadire come la Parola di Dio costituisca "il punto di partenza del monaco", poiché da essa "nasce l'obbedienza, cioè l'ascolto che cambia la vita".
Molto vivace anche l'incontro a Kyiv con il mondo della cultura, alla presenza del cardinale Husar e del nunzio apostolico in Ucraina monsignor Ivan Jurkovic, che hanno accompagnato il cardinale in tutta la visita, come pure in precedenza quelli con i sacerdoti e i giovani. Proprio con i giovani, che hanno accolto il cardinale Sandri in clima di festa e di attenzione colmo di entusiasmo, sono emerse le migliori prospettive per la missione della Chiesa ucraina:  "State festeggiando il giubileo dei 1020 anni del Battesimo della Rus' di Kyiv. Cristo è la più preziosa eredità della vostra nazione. Il suo vangelo deve continuare ad essere il fondamento della vostra vita. La sua croce deve rimanere ben salda nei cuori e la sua parola il pane quotidiano per tutti. Il giovane ucraino di oggi è membro della famiglia europea".

(©L'Osservatore Romano - 14 agosto 2008)