Le Caritas di Georgia e Russia in aiuto alle vittime del conflitto nel Caucaso

di Francesco Ricupero

Sembra essere tornata la calma in Georgia dopo gli aspri combattimenti che nel corso della settimana hanno visto coinvolte le forze militari di Mosca e quelle di Tbilisi. La gente spera che venga rispettata la tregua e che la situazione torni alla normalità. "C'è molta delusione e paura tra i georgiani - racconta a "L'Osservatore Romano" l'amministratore apostolico del Caucaso dei Latini, monsignor Giuseppe Pasotto - perché pensano che da un momento all'altro possano ricominciare i bombardamenti. Da mercoledì sera, dopo gli interventi diplomatici e l'annuncio televisivo che le truppe russe lasciavano la Georgia, la situazione sembra essere ritornata alla normalità anche se raggiungere la città di Gori è impossibile. Avevo pensato di inviare un parroco per verificare i danni subiti dalla popolazione e sincerarsi sullo stato di salute di alcune famiglie, ma la polizia georgiana gli ha impedito l'accesso per ragioni di sicurezza".

Nelle ultime ore stanno giungendo da più parti aiuti umanitari per le popolazioni colpite dal conflitto. Stati Uniti e Francia hanno fatto arrivare aerei carichi di derrate alimentari.
"La Caritas Georgia - sottolinea monsignor Pasotto - si è subito prodigata per aiutare le famiglie in difficoltà. Per fortuna, aveva in deposito beni di prima necessità e generi alimentari e così ha subito iniziato la distribuzione nei vari accampamenti dove sono stati sistemati tutti coloro che non hanno più un'abitazione. Inoltre, la Caritas ha già allestito una mensa per duecentocinquanta-trecento persone alle quali viene distribuita la colazione, il pranzo e la cena. Gli operatori sono al lavoro per pianificare la fase di riabilitazione al fine di assicurare un supporto psicologico a quanti hanno perso la propria abitazione. L'iniziativa si sta svolgendo anche con la collaborazione del patriarcato".
Anche i responsabili della Caritas russa si sono recati già sul posto e hanno visitato i campi per verificare insieme con i responsabili della Chiesa ortodossa come attivare gli aiuti da parte cattolica destinati ai profughi.
Secondo i dati di Caritas, al momento, sono trentaquattromila i soli rifugiati nel Nord dell'Ossezia e circa quarantamila i profughi in Georgia.
Monsignor Pasotto si dice rammaricato per non aver potuto dare, fino a ora, un conforto spirituale e aiuto alle famiglie. "L'unica cosa che ho potuto fare - ricorda - è di aver offerto ad alcune persone ospitalità nella nostra casa di spiritualità che si trova sulla strada per Gori, ma queste persone hanno rifiutato perché avevano paura e non si sentivano abbastanza sicure. Da un lato ci sono rimasto male per il rifiuto, ma capisco il loro stato d'animo. Nelle ultime ore, inoltre, si stanno verificando episodi spiacevoli. Bande criminali stanno derubando le abitazioni della gente colpita e l'esercito russo non fa nulla per impedire tutto ciò. Molti parrocchiani mi chiedono inquieti quale futuro li aspetta, se la vita per loro cambierà. Come faranno senza casa. Io cerco di confortarli e li rassicuro che tutto tornerà come prima. Dobbiamo avere fede in Dio e tutto si risolverà".
In Georgia è stato indetto il lutto nazionale, il Paese si fermerà per tre giorni. Domani, nessun festeggiamento per l'Assunzione della Beata Vergine Maria. "Ogni anno - aggiunge l'amministratore apostolico - nella nostra cattedrale di Santa Maria Assunta si organizzavano una serie di eventi, ma domani non faremo nulla, soltanto messe per ricordare le vittime della guerra. Staremo qui tutti insieme a pregare e a invocare lo Spirito Santo. I georgiani sono molto credenti e soprattutto sono molto altruisti. La cosa che mi ha colpito di più è vedere interi "clan" aiutarsi fino allo stremo delle forze. È molto bello assistere a queste scene, vedere un fratello che aiuta un altro fratello. Non so se la stessa cosa capita negli altri Paesi".
"La prossima settimana - aggiunge Pasotto - organizzeremo un incontro di tutti i giovani cattolici sul tema della Giornata mondiale della gioventù. Sarà una giornata di riflessione per coinvolgere i ragazzi sul valore della pace e della fratellanza".
Infine, l'amministratore apostolico ha sottolineato il grande spazio mediatico riservato a Papa Benedetto XVI domenica scorsa. "Solitamente in Georgia al Santo Padre - conclude - televisioni e giornali non dedicano spazio, invece il discorso fatto all'Angelus con il forte richiamo alle comuni radici cristiane dei popoli e la preghiera rivolta ai due Paesi e alle vittime della guerra è stato molto apprezzato dal patriarcato, dal governo e da tutti i georgiani".

(©L'Osservatore Romano - 15 agosto 2008)