A Praga il cardinale Angelo Amato beatifica 14 martiri dell’ordine dei frati minori

card angelo amatoI martiri sono sale della terra e lu-ce del mondo e mostrano come sia possibile opporsi alla potenza del male con le armi della bontà e del-la carità. Testimonianza questa resa dal francescano Federico Bachstein e dai 13 compagni proclamati beati dal cardinale Angelo Amato, pre-fetto della Congregazione delle Cause dei Santi, quale rappresen-tante di Benedetto XVI, sabato 13 ottobre, nella cattedrale di Praga. Il porporato nell’omelia della mes-sa ha molto insistito su questo aspetto della loro testimonianza. «Il martirio — ha detto tra l’a l t ro — resta una costante nella storia della Chiesa e la beatitudine della persecuzione costituisce un segno prezioso della sequela Christi. Imi-tando il loro maestro e Signore, in-fatti, i martiri — come Stefano, gli apostoli e tutti i testimoni della fe-de uccisi in odium fidei in questi duemila anni di cristianesimo — hanno suggellato nel sangue la loro fedeltà al Vangelo. Nella fortezza dei martiri il Signore Gesù manife-sta la potenza della sua grazia, che dona agli inermi la capacità di sop-portare ogni ingiuria e ogni suppli-zio». È proprio nei perseguitati e negli uccisi a causa del Vangelo, che la Chiesa mostra «la vitalità di madre santa, che si oppone all’odio, alle tenebre e alla violenza del male, con la forza sovrabbon-dante della carità e del perdono». La testimonianza dei martiri è quindi fondamentale, perché essi incitano la comunità cristiana alla riconciliazione e alla fraternità per una convivenza pacifica. «I martiri — ha detto — vittime del male che costantemente si oppone al bene, ci invitano a essere misericordiosi, fermi e coerenti nella nostra carità senza limiti». Essi amano realmen-te, ha sottolineato il porporato, e «non in modo superficiale, coope-rando così al bene del nemico. Essi immettono l’amore dove c’è odio, la concordia dove c’è divisione, la pace dove c’è guerra, il perdono dove c’è l’offesa». Per questo, ha spiegato il cardinale, la beatifica-zione dei quattordici francescani è un invito a fronteggiare il male con un atteggiamento di perdono e di fratellanza per risvegliare il bene. Infatti, ha concluso il prefetto, «Il sangue dei martiri non è un grido di vendetta, ma un canto di perdo-no, un magnificat di lode al Signo-re. In questa umanamente inespli-cabile generosità risiede il segreto della loro vittoria sul male e un ap-pello a superare le divisioni, a riaf-fermare il nostro impegno ecclesia-le e sociale, in vista del bene co-mune e della pace». Alla celebrazione eucaristica era-no presenti, tra gli altri, i cardinali Dominik Duka, arcivescovo di Pra-ga, Miloslav Vlk, arcivescovo eme-rito, e Giovanni Coppa, oltre a nu-merosi vescovi della Repubblica Ceca, e a una folta rappresentanza di frati minori, tra questi, il postu-latore generale Giovan Giuseppe Califano. Per l’occasione i vescovi cechi hanno scritto una lettera pa-storale ai fedeli.

© Osservatore Romano - 17 ottobre 2012