Betlemme, il legno della basilica è tra i più antichi del Mediterraneo

Uno studio italiano condotto sulle travi dl tetto ha accertato che si tratta di cedro intagliato fra il VI e il VII secolo

Nativity Church15Giorgio Bernardelli
MILANO  

Nei prossimi giorni avrà come ogni anno gli occhi del mondo addosso la basilica della Natività di Betlemme. Ma più la studiamo e più questa chiesa antichissima non smette di riservare sorprese. Lo rivela un articolo pubblicato ieri sul sito terrasanta.net  che riferisce i risultati di un lungo studio condotto sul soffitto della basilica, la sua parte più malandata che ha urgentemente bisogno di restauri. La buona notizia intanto è che il sito legato alla Custodia di Terra Santa  scrive che i lavori «dovrebbero iniziare con ogni probabilità la primavera prossima». Il che sarebbe molto importante, dal momento che ogni volta che a Betlemme piove attualmente  entra acqua nell’edificio, rischiando di creare grossi danni.

Ma al di là di questo, l’articolo contiene alcune notazioni interessanti sul legno della trabeazione malandata che si andrà a riparare. Lo studio condotto dall’équipe scientifica coordinata dal professor Claudio Alessandri, docente presso il dipartimento di Ingegneria dell'Università di Ferrara, e realizzato in collaborazione con l’Ivalsa (Istituto di valorizzazione delle specie arboree del Consiglio nazionale delle ricerche), ha accertato che effettivamente almeno una parte del legno consiste in travi di cedro intagliate nel VI o VII secolo. Dunque si tratterebbe proprio del legno utilizzato in epoca bizantina per la ricostruzione della precedente basilica costantiniana, risalente al IV secolo e distrutta dai persiani.  Questa scoperta porta a dire che quelle travi sono tra le più antiche collocate ancora in una trabeazione in tutta l’area del Mediterraneo. Il che conferma l’unicità di questa chiesa cristiana, l’anno scorso proclamata anche dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità

La presenza di travi così antiche non significa - ovviamente - che il tetto non sia stato mai rifatto nell’arco di quattordici secoli. E infatti nell’analisi accurata del legno si ritrova che oltre a quelle in cedro sono presenti anche travi di larice e di quercia. Ma mentre le querce sono un tipo di albero presente anche in Palestina, il larice no: nel dettaglio il tipo di legno individuato proviene dalle Alpi Orientali italiane. Il che conferma un altro racconto storico relativo alla basilica: quello secondo cui nel XV secolo il legno necessario per il restauro venne donato dalla Repubblica di Venezia.

Ma il legno di questo tetto rivela infine anche un altro dettaglio sulla lunga storia di incontri che questa basilica rimasta intatta per tanti secoli a Betlemme ha favorito. Le travi di quercia utilizzate per il restauro del 1848 risultano infatti provenire dall’Anatolia. Anche in questo caso si trattava di un dono: è infatti lo stesso legno utilizzato per costruire le piccole edicole musulmane che sorgono nei pressi della basilica di Santa Sofia, ad Istanbul. «L'amministrazione ottomana del periodo - racconta nell’intervista a terrasanta.net il dottor Mauro Bernabei del Cnr - promosse il restauro di una basilica cristiana con lo stesso legno con cui costruiva luoghi di culto musulmani:  lo interpreto come un piccolo segno di dialogo e pace, legato alla basilica della Natività…».

© http://vaticaninsider.lastampa.it - 18 dicembre 2012