Da Montserrat uno sguardo verso oriente

Monastero-di-Montserrat gdi JOSEPM. SOLER*

Il monastero di Montserrat, fondato prima del grande scisma di oriente, ha avuto sempre, con più o meno intensità, lo sguardo rivol-to verso l’oriente cristiano, anche per il fatto che la stessa Regola di san Benedetto invita ad attingere dal patrimonio spirituale dei Padri delle Chiese orientali. Questa apertura ha avuto lungo il XXse-colo delle figure notevoli. Due no-mi mi vengono subito alla memo-ria: padre Bonaventura Ubach pri-ma del Vaticano II e padre Adalbert Franquesa che scoprì l’ecume-nismo durante la celebrazione del concilio a cui partecipava come esperto di liturgia. Il rapporto di Montserrat con queste due grandi tradizioni eccle-siali dell’oriente, comunque, non si può ridurre a questi due perso-naggi. La liturgia siriaca e la litur-gia bizantina sono state celebrate periodicamente a Montserrat nella metà del ventesimo secolo; ciò ha dato vita nel monastero a una sor-ta di scuola. E di questo è un ele-mento di continuità padre Manuel Nin, autore di questo libro. Buon conoscitore della tradizione patri-stica e liturgica della Chiesa siriaca per formazione accademica, è di-ventato esperto anche della tradi-zione bizantina, in modo partico-lare per il suo legame col Pontificio Collegio Greco di Roma di cui è rettore da parecchi anni. Inoltre la sua benedizione come archi-mandrita lo inserisce nella Chiesa greco cattolica. Per questo è per la nostra casa editrice una grande gioia proporre al pubblico catala-no questo libro sull’anno li-turgico bizantino. Padre Manuel propone con com-petenza il contenuto teolo-gico, liturgico e spirituale delle grandi feste del calen-dario, con dei riferimenti ai testi della liturgia, dei Padri e dei teologi della grande tradizione bizantina. Il libro, inol-tre, ha una caratteristica speciale che gli dà un valore pedagogico e artistico particolare; ogni festa è il-lustrata con un’icona del giorno festivo di cui si parla, tratta dal fondo iconografico del Museo di Montserrat. Il lettore può contem-plare nell’immagine il mistero che si celebra nella liturgia; così trova arricchimento per la sua fede e ali-mento per la sua preghiera. Questo libro offre al pubblico catalano uno strumento che per-mette di conoscere, usando le pa-role del beato Giovanni Paolo II «la venerabile e antica tradizione delle Chiese Orientali» che «è parte fondamentale del patrimonio della Chiesa di Cristo» (cfr.Orien-tale lumen, 1). Nel nostro caso si tratta del patrimonio, com’è stato detto, di fede e di vita della Chie-sa bizantina che si è cristallizzato nell’anno liturgico e nella tradizio-ne spirituale; un tesoro che si ma-nifesta nella celebrazione liturgica, nella riflessione teologica, nell’ico-nografia, in tutto quello che i cri-stiani vivono. In questo stesso senso il libro offre una comprensione e una con-templazione più piena del mistero di Gesù Cristo e della Chiesa, per-ché la tradizione orientale e la tra-dizione occidentale costituiscono due modelli di inculturazione del cristianesimo nella vita dei popoli e si completano l’un l’altra. Affinché la Parola di Dio possa manifestare meglio tutta la sua ric-chezza «bisogna che ci siano le parole dell’Occidente e quelle dell’Oriente», affermava Giovanni Paolo II nel documento che abbia-mo sopra citato. Guidati attraverso le feste del-l’anno liturgico bizantino dalla ma-no di un esperto possiamo acquisi-re una migliore conoscenza della celebrazione del mistero cristiano. Il titolo dell’opera ci rimanda all’intimo collegamento che esiste tra il tempo di Dio e il tempo del-la Chiesa. E questo ci ricorda che la celebrazione liturgica, a partire dalla comune teologia di Oriente e di Occidente, non è un semplice ricordo di fatti ormai passati, ma la presenza e l’attualizzazione dell’opera salvifica di Gesù Cristo verso l’umanità. La conoscenza della tradizione bizantina ci aiuta a penetrare nei frutti di questa opera salvifica, ad approfondire la comunione del cristiano col Dio Trinità, a entrare nel processo di divinizzazione dell’essere umano che lo Spirito Santo porta a termi-ne attraverso la partecipazione alla vita sacramentale, a sentire che con gli altri fratelli nella fede for-miamo il corpo ecclesiale di Cri-sto, a coinvolgere tutto l’universo creato nella nostra lode come cre-denti. Siamo contenti di questa versio-ne catalana dell’opera di padre Manuel Nin, originalmente appar-sa in italiano e poi anche in altre lingue. Oltre all’arricchimento li-turgico, teologico, spirituale e cul-turale che apporta, è un contribu-to nuovo che aiuta la Chiesa a «respirare con i suoi due polmoni, quello orientale e quello occiden-tale» (cfr. Giovanni Paolo II, ome-lia del 10 settembre 1995).

*Abate di Montserrat

© Osservatore Romano - 11-12 marzo 2013