Con il cuore pieno di gioia

tawadros-2Il Patriarca copto ortodosso Tawadros II al nuovo Pontefice

 

IL CAIRO, 16. L’elezione di Papa Francesco è anche l’occasione, in Egitto, per rinsaldare ulteriormen-te i rapporti fraterni che i cattolici intrattengono con la Chiesa copta ortodossa, che con i suoi circa die-ci milioni di fedeli rappresenta la comunità cristiana più numerosa presente nel mondo arabo. Rap-porti che, soprattutto dopo la no-mina del Patriarca TawadrosII, succeduto nel novembre scorso a Shenouda III, stanno conoscendo una nuova stagione di dialogo fe-condo e collaborazione, che, come è noto, ha già portato alla nascita di un Consiglio delle Chiese cri-stiane. In un telegramma inviato al Pontefice, Tawadros II, esprime in-fatti le proprie personali felicita-zioni: «La notizia della sua elezio-ne a capo della Chiesa cattolica mi riempie il cuore di gioia. Mi con-gratulo di cuore con lei e i cardi-nali per questa scelta benedetta. Santità, le auguro una buona salu-te e una lunga vita, affinché con il suo lavoro la Chiesa cattolica pos-sa crescere e testimoniare Cristo in tutto il mondo». Lo stesso Tawadros II nei giorni scorsi si è reso protagonista di un altro gesto che ha avuto una gran-de eco nei rapporti con la comuni-tà cattolica locale. Martedì 12, nel-la cattedrale della Santa Vergine al Cairo, ha infatti presenziato alla li-turgia d’inizio del ministero del Patriarca di Alessandria dei Copti, Ibrahim Isaac Sidrak. «Si è tratta-to di un gesto storico, senza prece-denti», ha commentato all’agenzia Fides il vescovo Adel Zaki, vicario apostolico di Alessandria d’Egitto, il quale ha sottolineato come «Ta-wadros II nel suo discorso ha fatto riferimento alle tre caratteristiche che dovranno connotare il ministe-ro del nuovo Patriarca: quella della paternità, quella dell’amore verso tutti i suoi figli e quella del servi-zio verso tutti». Parole significative, soprattutto se viste nel quadro difficile della situazione di tensione che i cristia-ni, nel loro insieme, si trovano a vivere in Egitto, a due anni dai fatti di piazza Tahrir, che, come si ricorderà, hanno portato alla cadu-ta del presidente Hosnī Mubārak e alla seguente salita al potere di Mohammed Morsi e dei Fratelli musulmani. Il rito ha però avuto una grande importanza non solo sotto il profilo dei rapporti ecume-nici. Infatti, il grande imam di Al-Azhar ha inviato come rappresen-tante il suo primo consigliere, Mahmoud Azab, mentre un mes-saggio di auguri è stato inviato dal presidente egiziano Morsi. Inoltre, la liturgia d’i n t ro n i z z a -zione, per una singolare coinciden-za, si è svolta proprio nelle stesse ore in cui, in Vaticano, ha avuto inizio il conclave. Una sincronia, che secondo il cardinale Patriarca emerito di Alessandria dei Copti, Antonios Naguib — il quale avreb-be dovuto presiedere la messa d’intronizzazione del suo successo-re, se non fosse dovuto andare a Roma per eleggere il Pontefice — rappresenta un segno eloquente del mistero di comunione che ab-braccia tutta la Chiesa. «Questa provvidenziale coincidenza», ha dichiarato il porporato, «a modo suo ci fa avvertire come il Signore ha cura della sua Chiesa». Nelle stesse ore, infatti le preghiere per la scelta del nuovo Papa e per l’inizio del ministero del nuovo Patriarca copto cattolico si sono al-zate insieme verso il Signore, «che ci farà sentire tutti in unione con Gesù, nella comunione universale che abbraccia la Chiesa universale e che si riflette anche nei cardinali venuti a Roma da tutto il mondo per prendere parte al conclave in preghiera, fiducia, speranza e nel coraggio dello Spirito Santo».

 

© Osservatore Romano - 17 marzo 2013