Tralci-Niklima la rivista dei giovani copti italiani

logo tralciniklimaDiamo l’augurio di buon lavoro alla nuova rivista dei giovani copti italiani “Tralci – Niklima” (indirizzo www.tralci-niklima.com). 

Dal “Chi siamo” del sito:

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla (Gv 15,5)

A circa vent’anni dall’arrivo della chiesa copta ortodossa in Italia, è la prima volta che un piccolo gruppo di giovani copti nati e/o cresciuti in Italia che vivono la loro fede cristiana con amore e dedizione decidono di riunirsi per una rivista. “Tralci – Niklima”, che nasce sotto gli auspici di S.E. Anba Barnaba, vescovo della diocesi copta ortodossa di San Giorgio Roma, vuole essere, dunque, giovane, innovativa e dinamica, aperta al dialogo e al confronto, ma sempre con lo sguardo e lo spirito rivolti dalla grande e ricca tradizione cristiana ortodossa copta. Amici della Tradizione con la T maiuscola senza essere rinchiusi nel tradizionalismo. La rivista on-line si rivolge non solo ai copti italiani ma anche ad italiani interessati, o semplicemente incuriositi, alla spiritualità e alla cultura copta.

Con la crescita della comunità copta in Italia, noi seconde generazioni abbiamo rilevato una considerevole difficoltà nell’accedere, condividere e fare nostri certi elementi della cultura, della storia e della spiritualità della tradizione Alessandrina. Questo “tralcio” elettronico auspichiamo possa essere un luogo nel quale noi possiamo agganciarci più saldamente alla vite della nostra Chiesa madre senza per questo chiuderci all’arricchimento che proviene dalla conoscenza di altre tradizioni cristiane. ”Tralci – Niklima” significa attaccamento al terreno di origine dal quale traiamo quella forza che ci spinge a non temere il nuovo e il diverso. Siamo legati alla nostra Chiesa e vogliamo farla conoscere agli altri ma siamo anche pronti, secondo un detto monastico, a succhiare il miele da tutti i fiori buoni per portare nuova linfa in casa nostra. Cercheremo di rileggere e riproporre la nostra tradizione in una chiave che sia quanto più possibile comprensibile e digeribile dalla nostra generazione e da quelle ancora più giovani. Il rischio che si potrà palesare, infatti, nei prossimi anni è che le future generazioni si sentano sempre più estranee a una cultura religiosa che percepiranno come distante e inaccessibile. Non vogliamo che ciò accada.

Perché il nome “Tralci – Niklima”?

Il nome della rivista è bilingue “Tralci – Niklima” perché rappresenta la varietà delle lingue con le quali abbiamo a che fare tutti i giorni. In realtà è trilingue se aggiungiamo anche la parola araba per tralci “Aghsan” che appare nel logo insieme alle altre due e che vuole fare riferimento alla tradizione arabo-cristiana, parte integrante e fondamentale del cristianesimo copto a partire perlomeno dal IX/X secolo. Niklima è la parola usata nella traduzione copta (dialetto bohairco) del Vangelo secondo l’Apostolo Giovanni che significa “I Tralci”. E’ una parola copto-greca che, nel Nuovo Testamento, appare soltanto in questo contesto. Crediamo che la parola “Tralci”, che fa parte di una delle immagini più belle della nostra relazione con Cristo, tratteggiata dal Signore stesso, sia ricca di significazioni soteriologiche e cristologiche profondissime. Vediamo nel “tralcio” il mistero stesso della nostra esistenza terrena, il senso più alto e più nobile della nostra vita di credenti.

Le parole del capitolo 15° del Vangelo di Giovanni pronunciate da Gesù Cristo dopo l’Ultima Cena con i santi Apostoli sono meravigliose. Con esse il Salvatore ci annuncia il nostro essere una sola cosa con lui, l’intima, indissolubile relazione organica che esiste tra noi e lui. Con il santo battesimo noi siamo stati innestati nella vigna di Dio, siamo divenuti piccoli tralci di cui Dio si prende cura, giorno e notte, con amore instancabile. Noi siamo suoi, gli apparteniamo, ci nutriamo attraverso di lui, cresciamo attraverso di lui, viviamo attraverso di lui. Tutto ciò che facciamo di buono lo facciamo grazie alla linfa vitale che viene da lui, all’unico spirito che ci unisce tra di noi e a lui: «Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me» (Gv 15,3). Noi non esistiamo, non viviamo veramente se non rimaniamo innestati in lui. Dice l’Apostolo Paolo agli ateniesi dell’Areòpago: «In lui [in Cristo] infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (Atti 17,28). Come i tralci si seccano se staccati dalla vigna, noi ci secchiamo spiritualmente e fisicamente se ci separiamo volontariamente dalla vigna. Come i tralci non possono vivere al di fuori della fonte della loro esistenza, la vigna, così noi non possiamo vivere senza nutrirci di Cristo con la sua presenza mediante la Parola, l’Eucarestia, la preghiera, la comunione attraverso l’obbedienza ai comandamenti, o come, lo chiama C. S. Lewis in “Il Cristianesimo così com’è”, “il buon contagio”.

La parola “Tralci – Niklima” ha ancora un’altra importante accezione. Nello stesso capitolo del Vangelo di Giovanni si legge che i tralci portano frutto e che Dio si occupa della loro maturazione. Ogni tralcio, in natura, porta frutti diversi che hanno il proprio sapore e il proprio profumo. Anche noi cristiani siamo diversi gli uni dagli altri portando frutti dal sapore e dall’odore unico, tutti graditi al cuore di Dio. Sant’Antonio il Grande portò un frutto diverso da quello dell’Apostolo Paolo, l’Apostolo Giovanni un frutto diverso da santa Maria l’Egiziaca. Siamo membra diverse di un unico corpo di cui Cristo è il capo, non ci descrive anche così il Vangelo? «Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi», scrive l’Apostolo Paolo nella sua lettera ai Romani (12,6). La molteplicità, la varietà sono un dono di Dio e servono ad arricchire l’unico corpo della Chiesa, fintantoché tutti traggono la loro vita dalla vigna e tutti vivono di una sola linfa, un solo spirito, su un terreno fatto di comunione nell’amore.

I nostri temi

L’e-magazine “Tralci – Niklima” si occuperà di tutto ciò che è cristiano con particolare riguardo alla tradizione ortodossa, in generale, e a quella copta, in particolare. Parleremo di storia, arte, spiritualità, agiografia, filologia ma anche società e politica. Cercheremo di offrire, ove possibile, spunti per ragionare sulle tematiche sociali che riguardano la nostra comunità di origine e di arrivo. Parleremo della discriminazione e delle difficoltà dei copti in Egitto ma anche dei problemi dei copti emigrati, in particolare di quelli delle seconde generazioni.

Tutti i copti italiani sono invitati a partecipare. Per contattarci cliccare qui.

Infine, facendo memoria della santa Theotokos Maria e dei santi, in particolare di San Marco Evangelista e Contemplatore di Dio, di Sant’Atanasio Isoapostolo, di Sant’Antonio il Grande, Padre dei monaci, di San Paolo l’Eremita, di San Macario il Grande, di San Pishoi l’amato di Cristo e di San Mena Taumaturgo, chiediamo loro di intercedere presso il Signore per noi affinché tutto ciò sia a lui gradito e ci rimetta i nostri peccati. Amen.

 

© http://www.natidallospirito.com/ - 11 marzo 2013