L'Europa in crisi ha bisogno di moneta spirituale

card-koch-1Vienna, 20. Il processo di riunificazione ecumenica può essere considerato come "il più ampio contributo del cristianesimo attuale al futuro politico dell'umanità, in particolare del mondo occidentale"; la riconquistata unità delle Chiese cristiane darebbe infatti un importante impulso al progetto di integrazione europea attualmente in crisi.
Lo ha affermato - riporta Kathweb (Katholische Presseagentur Österreich) - il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, intervenuto venerdì scorso alla giornata conclusiva del dialogo di Pentecoste sulla visione degli Stati Uniti d'Europa tenuto nel centro ecclesiale di Schloss Seggau, in Austria. Nella sua relazione sui fondamenti spirituali dell'Europa, il porporato ha fra l'altro sottolineato che la secolarizzazione e la privatizzazione del fatto religioso, che oggi caratterizzano l'Europa con sviluppi molto preoccupanti per l'umanità, sono "una conseguenza imprevista ma tragica" dello scisma occidentale del XVI secolo e delle relative sanguinose guerre di religione. Le lotte tra cattolici e protestanti hanno fatto sì che in Europa - ha spiegato Koch secondo quanto si legge in una traduzione dell'articolo diffusa da www.finesettimana.org - non si sia tenuto conto delle differenze confessionali e soprattutto del cristianesimo nella costruzione della pace sociale.
L'Europa, per il cardinale Koch, ha bisogno di una "moneta di riferimento spirituale". Anche se la nuova evangelizzazione dell'Europa nelle moderne condizioni di libertà non porterà a una grande Chiesa popolare ma piuttosto a una "Chiesa della diaspora", lo Stato con una visione del mondo neutrale ha comunque bisogno delle Chiese e delle comunità religiose per fondare e difendere valori fondamentali. Ha poi espresso la convinzione che il vecchio continente non potrà esistere solo come comunità di interessi economici: accanto all'euro è necessaria appunto una "moneta di riferimento spirituale".

(©L'Osservatore Romano 20-21 maggio 2013)