Accanto ai cristiani perseguitati

papa-francesco-angelus-1 Ammirazione e affetto per quanti soffrono persecuzioni nel mondo a causa della fede sono stati espressi da Papa Francesco all'Angelus del 17 novembre, in piazza San Pietro. Il Pontefice, riferendosi al passo evangelico della liturgia domenicale, si è soffermato su due atteggiamenti da assumere nell'attesa degli "ultimi tempi": il primo è "non lasciarsi ingannare dai falsi messia e non lasciarsi paralizzare dalla paura"; il secondo, "vivere il tempo dell'attesa come tempo della testimonianza e della perseveranza". Un discorso attuale "anche per noi che viviamo nel xxi secolo", ha commentato. Si tratta infatti di un invito al discernimento, per capire "dove è lo spirito del Signore e dove è il cattivo spirito". Anche oggi, infatti, "ci sono falsi "salvatori", che tentano di sostituirsi a Gesù: leader di questo mondo, santoni, anche stregoni, personaggi che vogliono attirare a sé le menti e i cuori, specialmente dei giovani".
Il Santo Padre ha poi ricordato che "le avversità che incontriamo per la nostra fede" sono "occasioni di testimonianza" e "non devono allontanarci dal Signore". E a questo proposito ha citato la testimonianza offerta in diversi Paesi del mondo da "tanti fratelli e sorelle cristiani, che soffrono persecuzioni a causa della loro fede. Ce ne sono tanti. Forse molti di più dei primi secoli".
Al termine della preghiera mariana il Pontefice ha raccomandato ai fedeli la recita del rosario come "medicina spirituale" dell'anima, mentre alcuni volontari hanno distribuito tra i presenti in piazza San Pietro ventimila coroncine.

(©L'Osservatore Romano 18-19 novembre 2013)

Angelus 17 novembre 2013