La Chiesa ortodossa autocefala ucraina e il Patriarcato di Costantinopoli

Kiev, 3. A conclusione del sinodo svoltosi nei giorni scorsi a Kiev sotto la presidenza del metropolita Mefodiy Kudryakov, la Chiesa ortodossa autocefala ucraina (Uaoc) - la più piccola delle tre esistenti nel Paese - ha chiesto formalmente al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli di porsi sotto la sua giurisdizione, con diritti di autonomia. La notizia è stata resa nota dal Religious information service of Ukraine (Risu). L'Uaoc ha motivato la decisione con il desiderio di "abbandonare l'isolamento canonico artificiale" e di "rinnovare la comunione con l'ortodossia ecumenica".
Tema al centro del sinodo è stata la situazione ecclesiale-confessionale in Ucraina dopo la visita del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Cirillo, svoltasi dal 27 luglio al 5 agosto. In discussione è il futuro stesso della Chiesa autocefala e la sua identità all'interno delle divisioni che affliggono l'ortodossia in Ucraina, divisioni viste dall'Uaoc come conseguenza "della crisi della consapevolezza ecclesiale, staccatasi dall'ideale dell'universalismo cristiano". Proprio per trovare rimedi che portino "a una nuova, più universale consapevolezza ecclesiale in Ucraina", l'Uaoc si è rivolta direttamente al Patriarca Bartolomeo, chiedendo la sua benedizione e la sua protezione. Secondo alcuni osservatori, la decisione sarebbe diretta conseguenza del rifiuto da parte di Mosca di appoggiare la creazione di una Chiesa nazionale in Ucraina.
La richiesta sarà esaminata durante la sessione del sinodo che si terrà a Costantinopoli il 28 settembre. Non è escluso che una delegazione del Patriarcato ecumenico si rechi, successivamente, in Ucraina per revisionare il testo redatto dall'Uaoc. Il Risu riferisce che sia la Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca sia la Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Kiev pensano che Bartolomeo non accoglierà la richiesta.

(©L'Osservatore Romano - 4 settembre 2009)