Le Chiese cristiane in Ucraina a difesa della moralità pubblica

Kiev, 17. In un messaggio approvato all'unanimità i responsabili delle Chiese cristiane in Ucraina manifestano all'opinione pubblica la necessità di proteggere gli alti principi morali e i valori della famiglia. Nel documento - del quale il Religious information service of Ukraine riporta una sintesi, citando come fonte l'Istituto per la libertà religiosa - i leader cristiani esprimono il loro "fermo disaccordo con i comportamenti dei protagonisti alla guerra di informazione volta a screditare e a impedire l'attività del Comitato nazionale di esperti sulla protezione della pubblica moralità".
Secondo i rappresentanti ecclesiali, "la passività dello Stato nell'ambito della concreta protezione della moralità pubblica equivale alla promozione del degrado morale, poiché solo lo Stato ha i mezzi per un intervento legale. Noi non possiamo con il nostro tacito consenso permettere la totale distruzione in Ucraina dei sani principi morali, dei valori familiari, della cultura della comunicazione e del rispetto reciproco nelle relazioni fra le persone".
La società ucraina è minacciata - si legge nel testo - da una "propaganda di guerra, dall'ostilità nazionale e religiosa, dal culto della crudeltà e della violenza, dalla diffusione della pornografia". Per questo i rappresentanti cristiani invitano l'opinione pubblica, il presidente, il Consiglio supremo, il Consiglio dei ministri, i responsabili delle istituzioni locali e i proprietari dei media "a riflettere su quali valori e cultura della comunicazione stiamo trasmettendo ai nostri figli e lasceremo in eredità alle future generazioni". Va protetto "il diritto costituzionale a vivere in una società democratica dove le norme di moralità, il rispetto per l'onore e la dignità sono garantiti dalla legge".
L'appello è firmato dalla Chiesa ortodossa - Patriarcato di Mosca, dalla Chiesa ortodossa - Patriarcato di Kiev, dalla Chiesa greco-cattolica, dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa luterana e da quattro denominazioni evangeliche.

(©L'Osservatore Romano - 18 giugno 2010)