Cattolici e ortodossi per gli uzbeki in fuga dal Paese

Bishkek, 18. Anche le comunità cristiane presenti in Kyrgyzstan partecipano alla raccolta di aiuti umanitari destinati ai profughi uzbeki in fuga dalle violenze interetniche scoppiate nel Paese. A riferirlo è il vescovo Nikolaus Messmer, amministratore apostolico di Kyrgyzstan, il quale all'agenzia Fides ha detto che, dopo i recenti incidenti e i saccheggi dei negozi nelle città, "i nostri fedeli hanno risposto generosamente alla richiesta di solidarietà espressa dal Governo e abbiamo potuto portare i primi aiuti alimentari per le popolazioni colpite". I soccorsi nelle città interessate, che distano centinaia di chilometri dalla capitale Bishkek, avvengono per via aerea dovendo attraversare zone di montagna di alta quota.
La Chiesa cattolica in Kyrgyzstan, Paese di circa cinque milioni di abitanti, può contare su cinquecento fedeli, tre parrocchie, diciannove chiese, sei sacerdoti, sei religiosi e quattro suore. Mercoledì, nella piazza centrale di Bishkek, in occasione del giorno di lutto nazionale proclamato dal Governo, si sono radunati molti cittadini per commemorare i morti negli ultimi incidenti. "Soprattutto per la popolazione musulmana è molto importante il ricordo e la preghiera per i loro morti", ha ricordato monsignor Messmer. "Anche se la situazione adesso sembra apparentemente più calma - spiega l'amministratore apostolico - in tutto il Paese è ancora forte l'impressione per i tragici sviluppi degli scontri interetnici e si temono nuovi episodi di violenza". Fra gli uzbeki c'è paura di ulteriori repressioni e molti preferiscono curare i feriti in casa piuttosto che portarli in ospedale.
Nei giorni scorsi, l'esplosione degli scontri tra kirghizi e minoranza uzbeka ha provocato, secondo cifre ufficiali, 178 morti (ma il Comitato internazionale della Croce rossa ritiene siano molti di più), circa 1.500 feriti e almeno 275.000 profughi. Nelle città più colpite mancano luce, gas, acqua e i generi di prima necessità.
Dal canto suo, il vescovo ortodosso in Kyrgyzstan, il metropolita di Bishkek (Patriarcato di Mosca), Vladimiro, ha lanciato giovedì un appello al ritorno della pace nel Paese. Nel suo messaggio - come riporta il Service orthodoxe de presse citando come fonte l'agenzia di informazione ecumenica Blagovest-Info - Vladimiro spera che "la ragione vincerà e prevarrà ciò a cui invitano ogni credente i nostri libri sacri, la Bibbia e il Corano:  "Non alzare la mano sul tuo fratello nella fede, perdona e ama il tuo prossimo, anche se è tuo nemico"". Il metropolita ricorda con dolore che "molti uomini, accecati dall'odio, non sono riusciti a trattenersi dall'andare contro la volontà di Dio, uccidendo i loro fratelli nella fede musulmana". Anche gli ortodossi sono in prima linea nel portare soccorso alle vittime del conflitto:  il rettore della parrocchia di Jalal-Abad ha salvato numerose famiglie musulmane uzbeke offrendo loro ricovero nella chiesa.

(©L'Osservatore Romano - 19 giugno 2010)