Il Patriarca Bartolomeo a una delegazione dell'associazione Rondine giunta a Istanbul

Istanbul, 30. Condanna di ogni forma di fondamentalismo religioso e dell'uso strumentale della fede; apprezzamento per tutti gli sforzi tesi all'affermazione del dialogo e della pacifica convivenza. Incontrando, ieri, una delegazione dell'associazione studentesca Rondine-Cittadella della Pace - giunta a Istanbul a conclusione del "viaggio di amicizia" nel Caucaso del sud e in Turchia - il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, ha sottolineato come occorra "eliminare il fanatismo religioso, che purtroppo esiste ancora oggi, così come bisogna eliminare le guerre nel nome delle religioni". Per questo ha incoraggiato l'esperienza di convivenza e di dialogo che Rondine vive ogni giorno grazie allo Studentato internazionale, accogliendo giovani provenienti da diverse aree di conflitto.
Il Patriarca ha apprezzato lo spirito della Cittadella della Pace definendo l'esperienza di Rondine - riferisce l'agenzia Zenit - "molto interessante e più preziosa di quella dell'università e dei libri" perché "secondo il Vangelo occorre amarsi, amarsi gli uni gli altri, e il mondo di oggi ha bisogno di amore, comprensione e rispetto reciproco". Rivolgendosi ai membri della delegazione, si è detto felice che gli ideali della convivenza e del dialogo "siano nel vostro cuore" e che "vivete e lavorate insieme per preparare le nuove generazioni. Speriamo e preghiamo che il mondo di domani sia migliore di quello di oggi. Il mondo nuovo ha bisogno di questi giovani".
Bartolomeo ha colto l'occasione per sottolineare l'impegno del Patriarcato ecumenico, in tutto il mondo, per la pace e la convivenza, citando per esempio il caso di Grecia e Turchia, per i quali la Chiesa ortodossa "cerca di essere un ponte", per unire i due Paesi non solo geograficamente. "Il nostro Patriarcato - ha detto - sente la responsabilità di servire la causa dell'unità dei cristiani, ma presta particolare attenzione anche al dialogo interreligioso e interculturale". Della delegazione di Rondine facevano parte anche studenti ortodossi e musulmani. A questi ultimi, Bartolomeo ha voluto augurare un buon Ramadan (che quest'anno comincerà l'11 agosto per concludersi il 9 settembre) e ha illustrato un prezioso esemplare del Corano in greco e in arabo. E al presidente dell'associazione, Franco Vaccari, ha assicurato la collaborazione del Patriarcato di Costantinopoli per poter far arrivare presto uno studente turco alla Cittadella della Pace che ha sede ad Arezzo.
Bartolomeo, infine, non ha mancato di ricordare la visita di Benedetto XVI in Turchia, compiuta dal 28 novembre al 1° dicembre 2006:  "La memoria della presenza di Benedetto XVI in Turchia è sempre viva. Ricordiamo con gratitudine la visita del Papa qui da noi al Fanar e la nostra preghiera insieme", sono state le sue parole.
All'incontro con il Patriarca ecumenico è seguito quello con Sabri Demir, vice-mufti di Istanbul, che ha definito la Turchia e la sua capitale "ponti" naturali tra culture e religioni, perché "qui siamo esattamente a metà tra Asia ed Europa e abbiamo sviluppato una cultura della tolleranza con tutti i Paesi con cui abbiamo una vicinanza geografica e con cui siamo venuti in contatto nella nostra storia". Demir - come riferisce l'agenzia Sir - ha ricordato che "in tutta la Turchia moschee, chiese e sinagoghe convivono senza problemi le une accanto alle altre ed è così da mille anni", indicando nel prossimo Ramadan uno degli esempi di buona armonia tra le religioni, perché "in quel periodo i musulmani devono osservare l'astinenza dal cibo, durante il giorno, e i fedeli delle chiese cristiane e delle sinagoghe turche preparano per loro da mangiare, la sera".
Il mufti non ha nascosto che, nei Paesi musulmani, "negli ultimi cento anni sono sorti molti conflitti" ma che questi eventi non sono legati, secondo lui, alla religione ma a interessi geopolitici internazionali. In ogni caso, ha aggiunto, "se oggi ci sono dei conflitti è perché non ci conosciamo abbastanza". Ascoltando le esperienze di convivenza tra giovani cristiani, ebrei e musulmani a Rondine, Sabri Demir ha paragonato gli studenti a un "giardino di rose, dove ognuna ha un diverso colore e profumo ma nessuna è più bella delle altre", augurandosi che un'associazione "con obiettivi così nobili" si diffonda in altre nazioni.
Il prossimo anno arriverà ad Arezzo il primo studente del Nagorno-Karabah:  è uno dei tanti frutti di questo viaggio che ha toccato anche Erewan, capitale dell'Armenia.

(©L'Osservatore Romano - 31 luglio 2010)