La Turchia restaura Ani: la cattedrale e la chiesa di San Salvatore

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1_0_477835Marco Tosatti

La Turchia ha lanciato un progetto per restaurare e conservare un’antica cattedrale armena, quella di Ani, e la chiesa di San Salvatore nella capitale “storica” del regno armeno, adesso in territorio turco, a pochi chilometri dal confine, in quello che sembra poter essere un gesto di buona volontà nei confronti del vicino. La Turchia e l’Armenia non sono ancora giunte a una riconciliazione, dopo il genocidio commesso dai turchi verso gli armeni e altre minoranze cristiane (assiri, greci) nel corso e subito dopo la Grande Guerra; tutti i governi turchi, compreso quello attuale, conducono una politica attivamente negazionista, a dispetto di una crescente coscienza nel Paese, e anche fra gli storici turchi, della difficoltà di difendere questa posizione. E la guerra fra Armenia e Azerbaijan, subito dopo la dissoluzione dell’impero sovietico, ha aggiunto altri difficoltà; Istanbul ha chiuso il confine fra Turchia e Armenia per appoggiare gli azeri, di etnia turca.
Ora la dichiarazione del Ministro della Cultura, Ertuğrul Günay, che ha annunciato il nuovo progetto di restauro e conservazione, in cooperazione con il World Monment Fund, apre uno scenario più conciliante. Di recente la Turchia ha restaurato la Chiesa di Akhtamar, su un’isola del lago di Van, nel cuore di quella che era prima del Genocidio l’Anatolia armena, e vi ha permesso la celebrazione della messa una volta all’anno. Ani, dice il Monument Fund, era “una delle più grandi città del mondo nel X secolo”, e ospitava centinaia di chiese, palazzi, fortificazioni e alter strutture. Oggi è abbandonata, e i resti dei suoi palazzi meravigliosi versano in uno stato molto precario. “Ani, che ha un significato globale – ha detto il Ministro della Cultura turco – presenta sfide particolarmente complicate. Speriamo che dare nuova vita ai resti di edifici una volta splendidi, come la cattedrale e la chiesa, porterà nuove opportunità economiche alla regione”. Non è chiaro se, come ad Akhtamar, sarà possibile celebrare liturgie cristiane nelle chiese restaurate.

© San Pietro e dintorni - La stampa - 7 maggio 2011