L'espansionismo russo passa anche dalla Chiesa Ortodossa

ky Kirill patriarca-bLasha Zilpimiani - © www.loccidentale.it - 28 luglio 2011
Dal 26 al 28 luglio 2011 il patriarca russo, georgiano ed ucraino si sono incontrati a Kiev per discutere vari temi di interesse comune e per tentare di trovare un chiarimento su alcuni problemi significativi che si sono accumulati negli anni. E stata estremamente significativa la partecipazione del patriarca georgiano, in quanto, a differenza della chiesa ucraina che dipende parzialmente dal patriarcato di Mosca, quella georgiana e un'entità totalmente indipendente. Bisogna anche prendere in considerazione la recente situazione politica tra la Russia e la Georgia e quindi, questo incontro sembra ancora più interessante ed inaspettato.

Durante l'incontro si è parlato soprattutto delle regioni separatiste dell'Abkhazia e l'Ossezia del Sud e su come migliorare le relazioni tra il popolo russo e quello georgiano. In più, il patriarca Kirill per tranquillizzare Elio II, ha ribadito che la chiesa russa continuerà a rispettare l'integrità territoriale della chiesa Georgiana che considera le due regioni separatiste parte integrante del patriarcato di Tbilisi. Quale sarà la prossima mossa politica della chiesa di Mosca nei confronti della Georgia si vedrà nel immediato futuro. Per adesso, Per capire bene il vero significato e la vera importanza di questo summit bisogna tornare indietro ed analizzare la realtà politica regionale.

Come sappiamo dai fatti recenti, la Russia continua la sua aspra battaglia per il controllo politico della Georgia e dell'Ucraina usando tutti i mezzi a sua disposizione. Uno di questi recenti strumenti, con cui il Cremlino conta di promuovere ed imporre la sua agenda sui vari paesi vicini è proprio la chiesa ortodossa russa, con cui  gli  alti esponenti del regime russo intrattengono relazioni estremamente salde e collaborative. Nonostante la storia poco felice della collaborazione passata tra la chiesa e il governo russo, dopo la morte del patriarca Alexey II (nel 2008) e l'arrivo del suo successore Kirill, la situazione è cambiata. Il nuovo patriarca russo Kirill é una persona estremamente intelligente e lungimirante.

La sua politica e le sue idee su come e su cosa deve essere la Federazione Russa viene in totale sintonia con la politica di Putin. In passato, durante il periodo del patriarca Alexey II, la relazione tra Stato e chiesa in Russia era molto più tiepida, con la chiesa che manteneva la sua indipendenza e usava la sua agenda personale nei confronti dei paesi vicini. Tanto per fare un esempio, il patriarca Alexey II era estremamente diplomatico nei confronti della chiesa ortodossa della Georgia e aveva un rapporto molto cordiale con il suo patriarca Elio II. Da anni, la difficoltà principale  per la chiesa di Tbilisi è sempre stata la "gestione spirituale"  delle regioni separatiste che sono sempre state chiuse e isolate da parte dell’esercito russo che limitava la penetrazione della giurisdizione canonica del patriarcato Georgiano nelle suddette regioni. Nonostante tutto ciò, Alexey II aveva sempre evitato ogni tipo di provocazione nei confronti della Georgia, rispettando fino in fondo le frontiere della chiesa georgiana.

Invece, il patriarca Kirill a partire dal 2008 ha più volte tentato di sfruttare tale debolezza per sollecitare la chiesa georgiana e tentare di riprendere la vecchia influenza sul sistema ecclesiastico georgiano. Si tratta di piccole interferenze, ma che appaiono estremamente provocatorie agli occhi della chiesa georgiana. Come abbiamo già detto, considerata l'occupazione russa dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, la chiesa georgiana non ha l'accesso fisico in questi posti ed è qui che entra in gioco la politica estera della chiesa russa. Di recente, la chiesa di Mosca ha tentato di rimpiazzare il rito ortodosso georgiano con il proprio. Come abbiamo sentito di recente, ufficialmente anche il patriarca Kirill riconosce questi territori come spazi canonici della chiesa georgiana, ma continua ad approfittare della situazione per ottenere il suo obbiettivo politico più grande.

La chiesa georgiana si è trovata estremamente sorpresa e delusa dalle azioni del patriarca Kirill, che ha voluto così far recepire  il messaggio proveniente da Mosca, in pratica  di abbandonare il supporto del governo pro-occidentale della Georgia e di collaborare con il patriarcato russo. Come vediamo, l'intero processo politico intorno all'Abkhazia e l'Ossezia del Sud è uno scenario di estrema collaborazione e sintonia tra la chiesa Russa e il Cremlino. E' una strategia infallibile che mira a "rompere" il guscio impermeabile della Georgia e a riavere un minimo di controllo su di essa. Queste regioni separatiste della Georgia si sono rivelate degli strumenti efficientissimi nella lotta contro la politica estera della Georgia e sono state usate con estrema bravura sia dal governo russo che dal patriarcato di Mosca.

Il primo, occupando l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud, riuscì a minare l'integrità territoriale della Georgia e di conseguenza a bloccare (temporaneamente) il suo processo di adesione alla Nato,  il secondo (chiesa ortodossa russa) intervenendo all'interno di queste regioni, é riuscito a "costringere" la chiesa di Tbilisi ed il patriarca georgiano Elio II ad accettare di negoziare anche senza l'assenso formale dal governo georgiano. Tra l'altro, attualmente le relazioni tra chiesa e stato in Georgia stanno vivendo un periodo difficile. Il motivo del recente dissenso da parte della chiesa è legata alla politica del governo, il quale tenta di creare delle leggi nuove che darebbero la possibilità agli altri culti religiosi ad avere dei diritti simili ai quelli di cui gode la chiesa ortodossa georgiana. Il patriarca non ha apprezzato che tale decisione è stata presa senza consultare la chiesa locale e ha manifestato il suo chiaro dissenso.

Bisogna sottolineare che la religione Cristiana Ortodossa in Georgia è estremamente sentita e praticata e il loro patriarca, Elio II, viene visto e percepito come una persona di grande saggezza e di grande credibilità. Giusto per sottolineare il peso della chiesa, nell'eventualità di un'ipotetico conflitto tra governo e patriarcato, la maggioranza della gente tenderebbe ad appoggiare quest'ultimo... Il fatto è che il patriarca è assolutamente in grado di influenzare l'opinione pubblica georgiana e di definire ed indicare delle priorità del corso politico georgiano.  Non ci resta che vedere a che gioco gioca la chiesa russa e quale sarà la risposta di Tbilisi...