Melodia della teologia

ilarion-4MOSCA, 17. Esiste oggi un problema serio, urgente, interamente teologico, ovvero la missione della Chiesa moderna. Non riguarda tanto il suo messaggio, ovvero ciò che la Chiesa insegna, ma ciò che deve essere fatto per rendere quel messaggio coerente ed efficace rispetto alle condizioni attuali. La teologia, infatti, non è solo approfondimento del significato della dottrina dogmatica e morale della Chiesa ma è anche annuncio, un modo speciale di proclamare al mondo e alle persone le verità della fede attraverso una varietà di mezzi. Non senza ragione Niceforo, Patriarca di Costantinopoli dall’806 all’815, celebre difensore della venerazione delle icone, era solito usare l’espressione «la melodia della teologia ». In una recente intervista al portale Bogoslov.ru, pubblicata sul sito del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita di Volokolamsk, Hilarion, si è soffermato sul presente e soprattutto sul futuro dell’ortodossia. Futuro — ha spiegato — che dipende dalla fedeltà alla tradizione ecclesiale, tradizione che la Chiesa ha preservato in diverse situazioni storiche nel corso dei secoli. «A differenza di certe comunità cristiane “lib erali”, la Chiesa ortodossa non ha bisogno di ripensare o di reinterpretare il suo insegnamento dottrinale o morale. E quando ecclesiastici, patrologi, storici, liturgisti e rappresentanti di altre discipline nei loro studi incontrano dei problemi, questi ultimi — dice Hilarion — non riguardano la dottrina in quanto tale ma sono problemi particolari che sorgono in qualsiasi scienza seria». La Chiesa ortodossa conserva la sua continuità con la comunità cristiana apostolica e in questo senso essa è soprattutto una «Chiesa della Tradizione». Per il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne, il compito odierno è quello di trovare i modi per esprimere l’insegnamento ecclesiale «dando una risposta alla speranza della gente intorno a noi, a coloro che sono ancora lontani dalla Chiesa o a quelli che sono sulla via verso essa». Hilarion, nell’intervista, parla soprattutto in qualità di presidente della Commissione sinodale biblica e teologica, incarico che ricopre dal 5 ottobre 2011. Non nasconde che, all’interno dell’organismo, ci sono pochi specialisti di diritto canonico altamente qualificati, mentre le cose vanno meglio negli studi biblici. Positiva esperienza sono poi le «unità teologiche» (cattedre, dipartimenti e facoltà) all’interno delle università statali, il cui sviluppo, tuttavia, dipende molto dai compiti educativi e di missione che attendono la Chiesa oggi. Queste unità — ha sottolineato — andrebbero maggiormente coinvolte nell’ambito universitario, facendo in modo che la teologia entri in dialogo e cooperazione con le scienze secolari, soprattutto quelle umanistiche. Ciò «sarebbe utile all’arricchimento della nostra teologia e alla sua capacità di parlare con il mondo».

© Osservatore Romano - 18 febbraio 2012