Pastori amorevoli e preparati

MOSCA, 24. «Il futuro sacerdote che esce dalle mura del seminario o dell’accademia non si trova nel vuoto, o nel secolo scorso, ma va incontro alla società contemporanea, con le sue sfide, il suo ritmo di vita, la sua velocità di trasmissione ed elaborazione delle informazioni. Deve avere le conoscenze e le competenze necessarie per essere non solo un pastore amorevole (prima qualità a formare l’identità del sacerdote) ma anche intellettualmente preparato a soddisfare le aspettative della società».
kirill-22Presiedendo, venerdì scorso nella cattedrale di Cristo Salvatore, la riunione del Consiglio ecclesiastico supremo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca di Mosca, Cirillo, ha tenuto a sottolineare l’imp ortanza di riformare il sistema di istruzione religiosa, una necessità «profondamente percepita e condivisa già nel 1990, dal momento che il campo di applicazione dell’istruzione in tutto il mondo cambia rapidamente e la Chiesa non può non tenerne conto». Cirillo ha ricordato che giugno è tempo di esami finali e di prove di ammissione e che «le università laiche e ortodosse e le scuole teologiche stanno lanciando una campagna di sensibilizzazione per attirare i candidati. È tempo che insieme discutiamo i problemi connessi con la vita del nostro sistema di istruzione religiosa». Secondo il Patriarca di Mosca, migliorare individualmente dal punto di vista dell’istruzione è «uno dei più sacri doveri di ogni uomo». E di conseguenza «lo sviluppo della formazione spirituale, la trasformazione del nostro clero, e anche della “classe intellettuale” della nostra società, è sacro dovere di tutti noi. E tutto questo non è per il bene di un certo estetismo intellettuale, non è per noi, per essere convincenti in quanto partecipanti al discorso pubblico, ma è per la salvezza dell’anima dell’uomo di oggi, per il quale sono convincenti solo le parole in grado di avere un positivo impatto intellettuale». Nel discorso introduttivo della riunione, il primate ortodosso ha messo in evidenza che la società oggi si aspetta molto dai sacerdoti, ovvero «un comportamento esemplare, ragionamenti culturalmente elevati, la capacità di fornire risposte alle questioni più urgenti della nostra vita sul piano etico e sociale». Non è necessario creare un’immagine perfetta dei sacerdoti: essi «sono persone e possono fare errori», con talenti diversi, differenti abilità e conoscenze, livelli di istruzione diversi. «Ma se un sacerdote — ammonisce Cirillo — soprattutto nel parlare in pubblico è poco istruito e ha anche la presunzione di insegnare a tutti e a ciascuno, allora la società ne crea immediatamente una caricatura. Non abbiamo intenzione di giustificare il comportamento scorretto dei nostri simili, ma riteniamo che sia necessario agire per migliorare il livello spirituale e culturale del nostro clero». Le scuole religiose sono i luoghi in cui si prepara «il lievito della vita spirituale» della società russa. Per questo esse hanno una grande responsabilità. Cirillo cita la Prima lettera di Pietro: «Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge» (5, 2-3). Su queste parole — ha spiegato — deve essere imperniato tutto il sistema dell’istruzione religiosa, il cui vero significato è l’attuazione di questo insegnamento. Il Patriarca di Mosca respinge l’opinione, diffusa nella società laica, che l’istruzione religiosa sia qualitativamente inferiore, troppo specializzata, fuori dalla realtà, e che anche la migliore accademia teologica non sia sullo stesso piano di un’università statale. «Pensiero stereotipato, frutto di una certa diffidenza della società e dell’ambiente accademico verso il sistema di educazione religiosa», lo ha definito Cirillo, per il quale il rifiuto di vedere nelle scuole teologiche partner scientifici ed educativi alla pari si verifica spesso per ragioni ideologiche, eredità del periodo sovietico. Il primate fissa uno degli obiettivi della riforma: l’inclusione delle strutture ortodosse, delle università e delle scuole religiose nella lista delle migliori istituzioni del Paese, fino a rivendicare un posto nella classifica mondiale degli atenei. «Le scuole teologiche dovrebbero essere pienamente riconosciute dallo Stato e dalla società come moderni centri scientifici che preparano non solo i sacerdoti ma umanisti accademicamente eruditi. Non dobbiamo limitarci alle discipline umanistiche», aggiunge Cirillo, perché il sacerdote deve essere in grado di comunicare con persone di diverse professioni e con ognuna deve poter parlare la sua lingua. La proposta è di sviluppare la cooperazione con le università di scienze naturali, invitando i docenti a insegnare nelle scuole teologiche. «Da parte nostra — conclude — siamo pronti, secondo le richieste, a tenere conferenze e corsi in quelle università laiche, comprese le scuole tecniche, che hanno interesse a ottenere informazioni sull’insegnamento teologico». Nel corso della riunione il metropolita di Rostov e Novočerkassk, Merkurij, presidente del Dipartimento per l’istruzione religiosa e la catechesi, ha presentato i risultati del gruppo di lavoro che si occupa di coordinare l’apertura dei centri d’istruzione per la formazione di specialisti nel campo catechistico, missionario, giovanile e sociale, mentre il responsabile del Comitato pedagogico, l’arcivescovo di Vereia, Evgenij, ha parlato della situazione dell’istruzione nell’ambito della riforma in corso. Il Consiglio ecclesiastico supremo è l’organo esecutivo della Chiesa ortodossa russa. Esamina questioni di formazione teologica, istruzione, missione, servizio sociale, attività di informazione delle suddivisioni canoniche e dei media, problemi nei rapporti tra Chiesa e Stato, con la società, con le Chiese ortodosse locali, con le confessioni non-ortodosse e le religioni non cristiane, e con l’amministrazione finanziaria ed economica del patriarcato.

© Osservatore Romano - 24 - 25 giugno 2013