Fraternità ortodossa

carita-ortodossaMOSCA, 9. Più di un milione e trecentomila dollari, frutto della colletta promossa dalla Chiesa ortodossa russa, è stato inviato al patriarcato greco-ortodosso di Antiochia per sostenere le vittime della guerra in Siria. Lo rende noto il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, specificando che la somma raccolta all’inizio di agosto è stata già trasferita nella disponibilità del patriarcato antiocheno. Alla fine di giugno, con la benedizione del patriarca di Mosca, Cirillo, era iniziata infatti la raccolta degli aiuti per le persone colpite dalle ostilità nel Vicino Oriente.
Le donazioni sono giunte dalle diocesi, dalle parrocchie e dai monasteri, come pure da singole persone da diverse città, tra cui Kaliningrad, Vladivostok, Ekaterinburg, Syktyvkar, Saransk, Murmansk, Pskov, Orenburg, Volgograd, Tula. L’ammontare varia da poche centinaia a centinaia di migliaia di rubli. Gli aiuti sono arrivati anche da Krymsk, i cui residenti hanno subito nel corso dell’anno passato una devastante alluvione. Altro denaro è stato trasferito sul conto del Dipartimento per la carità della Chiesa e il servizio sociale da Israele, Armenia, Italia, Germania e altri Paesi. Una relazione dettagliata sulla raccolta dei fondi per le vittime del conflitto armato nel Vicino Oriente è stata pubblicata sul sito in rete del Dipartimento sinodale per la carità della Chiesa e il servizio sociale. Si tratta di un importante gesto di solidarietà tra Chiese sorelle. «Non vi è nulla di sorprendente nel fatto che la grande Chiesa russa e il grande popolo russo, sostenendo sempre la Chiesa sorella di Antiochia e mostrando solidarietà verso la sofferenza del popolo siriano, ha fatto un’iniziativa benefica simile», ha detto il patriarca di Antiochia, Giovanni XYazigi, nella lettera che ha inviato il 21 luglio scorso al patriarca Cirillo. Il primate della Chiesa di Antiochia ha espresso «la sua più alta stima e la più profonda gratitudine» e ha assicurato che il patriarcato invierà «un piano dettagliato della distribuzione dei fondi in modo che la santa Chiesa ortodossa russa sarà in grado di presentare ai suoi generosi figli una relazione di come saranno distribuiti i fondi raccolti». In precedenza, altri aiuti umanitari per il popolo siriano erano stati raccolti dalla Società imperiale ortodossa di Palestina (Iops) con l’assistenza del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e il Dipartimento per la carità della Chiesa e il servizio sociale del patriarcato di Mosca, in conformità con l’app ello lanciato da Cirillo il 28 novembre 2012 durante la riunione del consiglio della Iops. La campagna di sensibilizzazione degli aiuti, che si è svolta in particolare nei monasteri di Marta e Maria e Novospassky, si è conclusa il 12 aprile 2013, raccogliendo circa settanta tonnellate di merci, tra cui più di venti tonnellate di farina, zucchero, sale, cereali, del valore di circa un milione di rubli, e una trentina di tonnellate di medicinali e bende. Sul conto aperto per le donazioni sono stati raccolti più di tre milioni di rubli. Gli aiuti umanitari sono stati inviati a Damasco e trasmessi al patriarca Giovanni Xe anche al mufti di Siria, Ahmad Badr al-Din Hassoun. La preoccupazione per il forte deterioramento della situazione dei cristiani nel Vicino Oriente e in Nord Africa era stata poi espressa nel febbraio scorso dal sacro consiglio dei vescovi della Chiesa ortodossa russa, che in una risoluzione conciliare hanno dichiarato che «la scomparsa del cristianesimo nei Paesi in cui esiste da due millenni e dove sono avvenuti i principali eventi della storia sacra sarebbe una tragedia spirituale e storica». Più recentemente i primati e i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali riuniti a Mosca per le celebrazioni in occasione del milleventicinquesimo anniversario del Battesimo della Rus’ hanno emesso una dichiarazione congiunta, il cui tema principale è stato proprio i cristiani nel Vicino Oriente. Il documento sottolinea che oggi la situazione in Siria è particolarmente tragica: «Nel fuoco della guerra fratricida, i cristiani, nonché i rappresentanti di altri gruppi religiosi, vengono massacrati, cacciati dai loro luoghi di origine, da città e villaggi, fuori da dove vivevano da secoli in pace».

© Osservatore Romano - 10 agosto 2013