Un'azione decisa per l'unità e la difesa dei cristiani

hilarion-11Busan, 2. "La situazione attuale esige da noi un'azione più decisa, maggiore coesione e dinamismo": con queste parole il metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca, si è rivolto ai duemila delegati che sono riuniti a Busan, in Corea del Sud, in occasione dei lavori dell'assemblea del World Council of Churches (Wcc) che si chiuderanno l'8 novembre. Questa organizzazione ecumenica, ha detto il rappresentante ortodosso, costituisce "uno strumento di cooperazione tra i cristiani che non ha alcuna analogia nel mondo". La sua creazione, ha ricordato Hilarion, "è stata determinata dal tentativo di trovare risposte alle sfide del periodo post bellico". Tuttavia, ha puntualizzato, "in questi ultimi anni il mondo è cambiato enormemente e oggi i cristiani stanno affrontando nuove sfide". Da qui l'invito a rilanciare l'azione del movimento ecumenico e dell'organizzazione che ha sede a Ginevra.
Il rappresentante del patriarcato di Mosca si è soffermato sul rischio dell'avanzamento del secolarismo e dell'intolleranza religiosa. "La retorica anticristiana di molti politici e statisti - ha sottolineato Hilarion - sta diventando ancora più aperta per i tentativi di espellere totalmente la religione dalla vita pubblica e il rifiuto delle norme morali di base comuni a tutte le tradizioni religiose". La questione del contrasto tra le visione del mondo religioso e quello laico, ha proseguito, "è entrata in una nuova dimensione e riguarda gli aspetti fondamentali della vita quotidiana e pubblica". Il rappresentante del patriarcato di Mosca ha tratteggiato i caratteri odierni dell'intolleranza religiosa. "Manifestazioni di discriminazione nei confronti della comunità cristiana - ha evidenziato Hilarion - in alcune regioni del mondo sono diventate una tendenza ben consolidata". Oggi, ha concluso, "dobbiamo essere consapevoli che uno dei nostri impegni più importanti è la difesa dei nostri fratelli e delle nostre sorelle perseguitati in varie parti del mondo". Imparare ad amarsi nella diversità è invece il messaggio che ha fatto da sfondo a un'intervista concessa alla Radio Vaticana dall'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, presente a Busan. Le questioni del dialogo tra le diverse confessioni e denominazioni cristiane e la situazione delle comunità religiose in Asia sono state al centro dei primi interventi e delle prime sessioni di discussione che si sono articolati a partire dal 30 ottobre, giornata di avvio dell'evento ecumenico. L'arcivescovo di Canterbury ha sottolineato che le comunità cristiane devono porre il loro impegno nelle questioni dogmatiche e dottrinali alla luce della considerazione "che nessun sacrificio è troppo grande per ubbidire alla chiamata di Cristo affinché noi siamo una sola cosa". Il presule anglicano ha aggiunto che nonostante le difficoltà nel dialogo è importante "imparare che cosa è amarsi l'uno con l'altro nella diversità" seguendo "l'unico Signore Gesù Cristo come il centro della nostra vita e come colui del quale noi siamo discepoli". Nel corso dell'intervista, il primate anglicano ha speso parole di grande ammirazione per Papa Francesco: "Dio - ha affermato - ha dato a voi e ha dato a tutti noi un grande Papa". Si tratta, ha aggiunto, di un Pontefice che sta riservando piacevoli sorprese: "Penso che le persone siano ispirate e traggano sostegno da quello che vedono in questo Papa, così come lo sono io".

(©L'Osservatore Romano 2-3 novembre 2013)