Unità e lotta al secolarismo priorità della Chiesa ortodossa russa

kirill-intronizzazione.jpgTutela dell'unità della Chiesa ortodossa russa, difesa dei suoi "confini canonici esterni", collaborazione fra la Chiesa e la società, promozione dell'educazione religiosa dei giovani, dialogo con le "Chiese sorelle" presenti nel Paese:  sono gli obiettivi del nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Cirillo i, eletto dal concilio locale il 27 gennaio e intronizzato ieri al termine di una solenne cerimonia svoltasi nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. "Un Patriarca è il custode dell'unità della Chiesa e, con i suoi confratelli vescovi, il campione della purezza della fede" ha sottolineato Cirillo nel suo discorso, ribadendo la determinazione a combattere lo scisma e l'eresia.
Fra le "necessità" indicate dal primate, quella di difendere le "frontiere canoniche" della Chiesa russa rispettando la sovranità degli Stati indipendenti nati sul territorio della Russia storica e rinforzando i legami spirituali con i loro popoli "in nome della preservazione dei valori della civiltà ortodossa". Àxios, àxios, àxios:  "degno, degno, degno"! In precedenza per tre volte, nella cattedrale moscovita, era risuonata la parola greca che tradizionalmente sancisce l'intronizzazione. Per tre volte i membri più anziani del santo sinodo - il metropolita di Kiev e di tutta l'Ucraina, Vladimiro, e il metropolita di San Pietroburgo e Ladoga, Vladimiro - hanno fatto sedere Cirillo sul seggio patriarcale, secondo il rito tradizionale. Al termine della liturgia, Filarete, metropolita di Minsk e di tutta la Bielorussia, e Giovenale, metropolita di Krutitsy e Kolomna, hanno consegnato al nuovo Patriarca i segni distintivi del suo mandato ovvero il koukol, copricapo bianco sormontato da una croce, la cappa verde e il pastorale di legno e oro del metropolita san Pietro di Kiev, del xiv secolo, una delle reliquie più preziose della Chiesa ortodossa russa, simbolo del potere spirituale esposto di norma nel museo del Cremlino.
Erano presenti al rito circa quattromila persone. Fra le autorità civili e religiose il presidente russo Dmitrij Medvedev, il primo ministro Vladimir Putin, il presidente della Moldova, Vladimir Voronin, il Patriarca di Alessandria, Teodoro, il metropolita di Polonia, Sabbas, e il metropolita dei Territori cechi e slovacchi, Cristoforo. Alla cerimonia hanno assistito anche il cardinale Walter Kasper e il vescovo Brian Farrell, rispettivamente presidente e segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, l'arcivescovo Antonio Mennini, nunzio apostolico e rappresentante della Santa Sede nella Federazione russa, e l'arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, Paolo Pezzi.
Nel suo discorso di insediamento, Cirillo i ha auspicato il dialogo fra la Chiesa e la società, ritenendo che "le persone devono imparare a coniugare i loro valori personali e la Parola di Dio con le realtà di oggi". E ha promesso che promuoverà l'educazione religiosa dei giovani, "oggetto costante delle mie preoccupazioni", per proteggerli di fronte alla "propaganda della violenza e del libertinaggio", per "avvicinarci a loro e portarli verso Dio". La lotta contro il secolarismo si annuncia dunque come una delle basi della sua missione pastorale. Il nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, rivolgendosi al presidente Medvedev e al primo ministro Putin, ha affrontato il tema della separazione fra Chiesa e Stato, sancita dalla Costituzione, mentre ai delegati delle Chiese ortodosse presenti ha rivolto l'invito a proseguire sulla strada del dialogo aperto:  "Il primate di ogni Chiesa ortodossa deve vegliare sull'unità dell'ortodossia nel mondo" ha detto.

(©L'Osservatore Romano - 2-3 febbraio 2009)