Visita del patriarca copto Tawadros II alla Chiesa ortodossa russa

MOSCA, 29. La preoccupante situazione dei cristiani vittime di atrocità e persecuzioni in Nord Africa e in Medio oriente è l'argomento centrale dei colloqui della storica visita che il patriarca copto ortodosso Tawadros II sta compiendo in queste ore a Mosca. Accolto martedì 28 ottobre, dal metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato di Mosca, il leader copto ha in agenda anche un incontro con il patriarca ortodosso Cirillo.
Fonti del patriarcato di Mosca definiscono appunto «storica» la visita di Tawadros, che giunge nella capitale russa dopo oltre un quarto di secolo dall’ultimo viaggio compiuto dal patriarca Shenouda III , in occasione delle celebrazioni per millennio della cristianizzazione della Russia e del battesimo di san Vladimiro. «Questa visita fraterna è importante perché segna la prima visita di un Papa copto in Russia da 26 anni e dimostra la profondità del rapporto tra le nostre due Chiese e le molte cose che condividiamo nel nostro patrimonio di fede e di esperienza», ha commentato un membro della delegazione copta, il vescovo Angaelos. Introducendo l’incontro, il metropolita Hilarion ha illustrato l’attività del patriarcato e delle strutture sinodali della Chiesa ortodossa russa. Tuttavia, come accennato, grande attenzione è stata riservata alle condizioni dei cristiani in particolari regioni del pianeta. «Con rammarico e profonda angoscia — ha detto il responsabile del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato di Mosca — stiamo seguendo gli sviluppi in alcuni Paesi del Medio oriente e del Nord Africa, dove i cristiani sono stati oggetto di persecuzioni su larga scala e, direi, di genocidio». Purtroppo, è stato osservato, in diversi Paesi della regione, gli eventi si sono sviluppati «secondo lo stesso copione», con il regime esistente che «viene rovesciato con l’aiuto di forze esterne in nome della libertà e della democrazia», finendo però per approdare al «caos e alla tragedia per milioni di persone». Le vittime di queste atrocità, come noto, sono «principalmente cristiani», come avvenuto — ha sottolineato Hilarion — in Iraq, Libia e Siria. Tuttavia, gravi difficoltà si sono registrate anche in Egitto, dove circa centomila cristiani copti hanno dovuto lasciare il loro Paese. In questo senso, sempre Hilarion ha detto di «accogliere con favore le misure adottate dalle autorità egiziane per normalizzare la situazione del Paese». La Chiesa ortodossa russa esprime dunque la sua profonda solidarietà con i cristiani in Medio oriente. «La nostra Chiesa continuerà ad alzare la voce in difesa dei cristiani che sono oggetto di persecuzione», ha assicurato Hilarion. Da parte sua il patriarca Tawadros II ha ringraziato «la Chiesa russa per la sua posizione riguardo alla situazione dei cristiani in Medio Oriente e Nord Africa» e ha affermato che «la cooperazione tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa copta, anche nel campo della pace, può diventare un buon esempio per il mondo intero». Tra gli altri argomenti al centro dei colloqui, la situazione umanitaria in Ucraina e le prospettive di dialogo tra la Chiesa ortodossa russa e le Chiese orientali.

© Osservatore Romano - 30 ottobre 2014