Come santi

pietro-paolo-bacio-santo-2ISTANBUL, 19. «Chiamiamo tutti a cambiare la nostra vita, in ogni momento e in modo particolare durante questo periodo della santa e grande Quaresima, in uno sforzo d’amore verso il prossimo, di preparazione» alla “Pasqua nuova”. «Invitiamo tutti a una vita di santità e di lotta spirituale perché venga donata al mondo e a noi, come “b eneficio” e come “dono perfetto”, la possibilità del superamento del peccato, poiché “chiunque è stato generato da Dio non commette peccato (…) e non può peccare perché è stato generato da Dio” ( 1 Giovanni , 3, 9)».
È uno dei passaggi più significativi del messaggio del patriarca ecumenico, Bartolomeo, arcivescovo di Costantinopoli, in occasione dell’inizio della Quaresima, cominciata ieri per le Chiese orientali. Nell’omelia catechetica, il primate ortodosso esorta clero e fedeli a entrare «con tutta la nostra anima, senza essere tristi, ma gioiosi e allegri, in questo stadio spirituale delle virtù e armiamoci “dello splendore della carità, del bagliore della preghiera, della purezza della castità, del vigore della fortezza” e camminiamo insieme col Signore, pregandolo di non “trascurarci rischiando la separazione da Lui” ( Doxastikon della venerazione della Santa Croce ), ma di renderci degni “di giungere risplendenti alla Santa resurrezione al terzo giorno, che illumina il mondo di incorruttibilità” ( Poema di Te o d o ro , Funzione del lunedì della prima settimana dei digiuni)». Per Bartolomeo, Gesù Cristo «ci innesta nel suo Corpo e ci chiama a diventare santi», desidera che «siamo in comunione con Lui e diveniamo partecipi della sua santità. La comunione con Lui è vita di conversione e di santità, mentre l’allontanamento da Lui, il peccato, è identificato dai padri della Chiesa con il “male del cuore”». La santità, dunque, «è una qualità di Dio, il quale è “colui che offre e colui che è offerto, colui che riceve i doni e in dono si dà”». Nella lotta dell’uomo per raggiungere “la somiglianza” con Dio, per la quale è stato creato, cioè la santità, «la Chiesa ortodossa, la quale aspira esclusivamente alla salvezza dell’uomo, ha decretato un periodo dell’anno quale periodo di preghiera particolare e supplica per calmare le passioni dell’anima e del corpo». La Quaresima è, quale periodo di preparazione e di conversione, voce della nostra coscienza che, interna e indicibile, è giudizio personale. Quando ci trova erranti, protesta assai vivacemente, in quanto “non vi è nulla di più violento di essa nel mondo”, secondo sant’Andrea di Creta. Pertanto, ciascuno deve pacificarsi con la propria coscienza, attraverso la conversione, affinché “nel fuoco della coscienza offriamo un mistico olocausto”, sacrificando le nostre passioni e offrendole in sacrificio d’amore verso il prossimo, come il Signore offre se stesso “p er la vita e la salvezza del mondo”. Solo allora sorgerà anche per noi dalla tomba il perdono e vivremo, in qualità di esseri umani, nel rispetto reciproco e in amore lontano dai tanti orribili crimini che vediamo colpire in questi giorni l’intero mondo». Il patriarca ecumenico invita a «correre con impegno verso lo stadio delle virtù “non pensando in modo inopportuno, non agendo in modo iniquo”, ma proseguendo a lavare la coscienza attraverso la conversione».

© Osservatore Romano - 19 febbraio 2015