Benedetta Capelli – Città del Vaticano
L’immagine di Cristo in croce tocca il cuore. Papa Francesco l’accompagna su Twitter con parole forti: quelle pronunciate all'udienza generale di mercoledì scorso, 23 febbraio. Sceglie di usare, per il secondo giorno consecutivo, la lingua ucraina e russa perchè la preoccupazione del Pontefice e del mondo è per quell'area sconvolta da violenza e morte.
Ieri Francesco riportava le parole presenti già nell’enciclica Fratelli tutti, il documento che vede nella fratellanza la chiave per vivere in pace. Parole che non lasciano indifferenti. I tweet sull’account @Pontifex sono accompagnati dagli hashtag #PreghiamoInsieme e #Ucraina. Proprio la preghiera è quella che ha chiesto con intensità il Papa convocando per il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno e preghiera per la pace.
Fare tutto il possibile per la pace
In un comunicato, il Segretariato dell'arcivescovo maggiore, con sede di Roma, ha riferito di una telefonata avvenuta ieri tra il Papa e Sua Beatitudine Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč della Chiesa greco-cattolica ucraina. Francesco ha chiesto informazioni sulla situazione a Kiev e in Ucraina in generale e ha espresso la volontà di fare tutto quello che è nelle sue possibilità. Nel colloquio ha domandato della situazione dei vescovi e dei sacerdoti nei territori più colpiti dall'operazione militare russa. Il Papa ha ringraziato poi la Chiesa greco-cattolica ucraina per la sua vicinanza al popolo, per la sua scelta di stare accanto e per aver messo a disposizione i sotterranei della cattedrale di Kiev che sono diventati un vero e proprio rifugio. Infine ha assicurato la sua preghiera ed ha impartito la benedizione al popolo ucraino sofferente.
Ieri mattina Francesco aveva voluto manifestare, in un colloquio di 30 minuti, la sua preoccupazione per la guerra in Ucraina recandosi personalmente nella sede dell’Ambasciata della Federazione russa presso la Santa Sede, guidata dall’ambasciatore Alexander Avdeev.
Non tacere perché la parola salva
“L’Ucraina è viva, l’Ucraina lotta, ma oggi chiediamo al mondo di essere solidale con noi, e non tacere, perché la parola salva, la parola costruisce il mondo. Mentre il silenzio e l’indifferenza uccidono”. E’ il passaggio forte del comunicato di stamani di Sua Beatitudine Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč della Chiesa greco-cattolica ucraina, che ha ringraziato il Papa per il suo sostegno. Il suo “grazie di cuore” va alla Chiesa locale, alle Chiese dei Paesi vicini, al Patriarca ecumenico Bartolomeo, a tutti coloro che si stanno impegnando per la pace. “Noi cristiani – scrive Shevchuk – noi esseri umani non abbiamo il diritto di stare zitti”, l’invito “in questi tempi drammatici ma eroici” è di continuare a pregare per le vittime innocenti tra i civili e tra i soldati. “Oggi chiedo a tutti quanti ci ascoltano, a tutti che udiranno la nostra voce della nostra Kiev dissanguata: lottate per la pace”.
(Ultimo aggiornamento sabato 26 febbraio, h 16.20)