Otto secoli di presenza francescana in Terra santa

san Francesco sultano giotto ACRI, 18. Una mostra nella città di Acri e l’arrivo di frati da tutto il mondo. Così prenderanno il via le celebrazioni per gli ottocento anni di presenza francescana in Terra santa, nel 2017. A ospitare i momenti iniziali sarà la città dell’Alta Galilea, da sempre porto strategico di una terra che è essa stessa crocevia fra tre continenti, Europa, Asia, Africa. Ad Acri arrivò Francesco d’Assisi nel suo viaggio da pellegrino di pace e quando nei luoghi santi imperversava la guerra.
Luoghi santi ma, non solo allora ma troppo spesso, teatro di conflitti e contese. Al momento non c’è ancora un titolo per l’esposizione o un programma preciso di eventi, ma padre Quirico Colella, francescano di 68 anni che ne ha trascorsi 51 in Israele e Palestina, ne parla con «L’Osservatore Romano». È tutto ancora in movimento ma il frate spera di aprire quello che definisce «il giubileo della presenza francescana in Terra Santa» nel mese di ottobre o di novembre di quest’anno, per proseguire sino alla fine del 2017. «Acri è la porta francescana in Terra Santa» ci dice padre Colella, che ricorda la lunga dominazione islamica dal VII secolo al mandato britannico dopo il secondo conflitto mondiale, ma ricorda anche che i frati non hanno mai lasciato la custodia dei luoghi santi. Oggi ai francescani è affidata la cura di 74 santuari in Terra Santa, dove si contano 250 frati. Ma bisogna ricordare che la Custodia spazia da Israele alla Palestina, dalla Siria alla Giordania, dal Libano a Cipro e Rodi, e comprende anche alcuni conventi in Italia, negli Stati Uniti e in Argentina. (fausta speranza)

© Osservatore Romano - 19 giugno 2016