P. Patton: discorso del Papa a Teofilo importante per la Terra Santa

Padre Patton nella chiesa della Natività a Betlemme EPAdi Federico Piana     -   “Davvero molto importante”. Dal monte Tabor, in Israele, fra Francesco Patton, custode di Terra Santa, utilizza questo aggettivo, secco, perentorio,  per definire il discorso di ieri di Papa Francesco a Sua Beatitudine Teofilo III, patriarca Greco Ortodosso di Gerusalemme, in visita a Roma fino al 25 di ottobre.

Pace ed unità, obiettivi possibili
Il  Santo Padre chiede di intensificare gli sforzi per consolidare ancora di più la pace e l’unità e “riconosce – spiega Patton- la bontà di certi rapporti esistenti. E cita, come esempi concreti, i lavori di recupero dell’Edicola del Santo Sepolcro e quelli realizzati alla Natività di Betlemme. Questo per sottolineare che, qui in terra Santa, i rapporti tra le comunità cristiane sono buoni. Il problema è quando ci sono tensioni tra le varie comunità etniche e religiose cui lo stesso Papa fa un appello forte affinché trovino la via del dialogo e la strada per esigere il rispetto dei diritti di culto di varie comunità. Per questo, il Papa menziona quello che qui si chiama status quo, cioè fa riferimento ad una situazione che in qualche modo si è cristallizzata, affinché si possano evitare sconfinamenti degli uni a danno degli altri”.

Cristiani di Terra Santa, parte integrante della società
Il Custode di Terrasanta non nasconde la sua soddisfazione, e la sua gioia, anche per il passaggio del discorso nel quale Papa Francesco esprime, con forza, un auspicio: che le comunità cristiane siano sempre riconosciute “parte integrante della società e che, come cittadini e credenti, portino il loro contributo per il bene comune”. Sottolinea Patton: “ Questo è importante. Per due ragioni: noi siamo una minoranza, i cristiani sono solo il 2 % . E quando si è una minoranza esiste la tendenza ad essere sottovalutati o la tendenza, da parte delle stesse comunità cristiane, ad autocensurarsi, a non esporsi troppo.  Allora, è molto importante che ci sia il riconoscimento, prima di tutto da parte degli stessi cristiani, del valore che ha la propria presenza qui in Terra Santa. In secondo luogo, che avvenga il riconoscimento di quello che è il contributo che i cristiani danno alla vita di queste terre”.

Il dialogo teologico, strumento per la completa unità
“Il Patriarca Theophilos dal punto di vista del dialogo e delle relazioni è molto aperto ed impegnato” dice fra Patton. Che aggiunge: “Papa Francesco ha fatto molto bene a giudicare il dialogo teologico tra cattolici ed ortodossi ‘un segno di speranza che conforta lungo il cammino’. Il dialogo viene svolto ad alti livelli e sono sicuro che in un futuro, spero non troppo lontano, porterà frutti di maggiore unità”.

©   RV    24.10.2017