Attesa di pace per la Terra Santa

terrasanta-12GERUSALEMME, 15. È una Settimana santa particolarmente segnata dall’attesa per la visita di Papa Francesco quella che in queste ore sta vivendo la comunità cristiana di Terra Santa. Circa ventimila fedeli, molti dei quali pellegrini provenienti dalle più diverse regioni del pianeta, hanno partecipato domenica scorsa alla tradizionale processione delle Palme, un rito che — come ricorda il sito del patriarcato di Gerusalemme dei Latini — antichi manoscritti testimoniano avvenire nella città santa sin dal IV secolo dell’era cristiana. Diciassette secoli dopo, la tradizione è più viva che mai e la comunità cristiana — soprattutto quella cattolica di rito latino — ne ha fatto un appuntamento irrinunciabile per entrare nella settimana che prelude alla Pasqua di resurrezione.
Il corteo si è snodato dal santuario di Bètfage alla chiesa di Sant’Anna, all’ingresso della Città Vecchia, in un clima tradizionalmente festoso, per fare memoria dell’entrata trionfale di Cristo a Gerusalemme, segnato nell’o ccasione da una speranza in più, legata proprio all’imminente visita di Papa Francesco. Una circostanza ricordata lungo il tragitto anche da alcuni cartelloni di benvenuto al Pontefice, nei quali si richiama la speranza di una vita migliore per tutti gli abitanti della martoriata regione. Un futuro di pace è stato anche l’auspicio del patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal: «Il nostro è il corteo della salvezza: Gesù, il re della pace, è entrato a Gerusalemme, la città che non ha mai conosciuto la pace. Senza carri armati né soldati, questa processione non saprebbe suscitare alcun timore». Il presule, in una breve esortazione, che ha riecheggiato l’omelia pronunciata la stessa mattina da Papa Francesco in piazza San Pietro, ha chiesto ai fedeli: «Dove siamo oggi? Siamo i discepoli che rimangono con Gesù a tutti i costi? O siamo tra coloro che lo rifiutano?».

© Osservatore Romano - 16 aprile 2014