Assistenza prima di tutto

gerusalemme-doloreGERUSALEMME, 8. «Oltre all’emergenza umanitaria di questi giorni, è prioritario pensare ai prossimi mesi e alla ricostruzione». È quanto ha dichiarato Matthew McGarry, responsabile per Gaza del Catholic Relief Services (l’organismo umanitario dei vescovi cattolici degli Stati Uniti). «La situazione sul campo è terribile — ha spiegato al Sir McGarry — ci sono macerie dovunque e la gente cerca acqua, cibo, medicinali. Molte famiglie cercano amici e parenti e di fare rientro nelle abitazioni, se non sono state demolite. È prioritario pensare ai prossimi mesi. Miliardi di dollari in danni. Gaza è da ricostruire completamente». Anche secondo padre Raed Abusahlia, direttore di Caritas Jerusalem, le difficoltà legate al futuro sono molte. «Ora comincia un altro lavoro — ha detto il religioso — ricostruire le case e le persone.
Tutto è distrutto, mancano acqua ed elettricità, le case demolite sono almeno diecimila e gli sfollati duecentottantacinquemila, tra i quali molte donne e bambini feriti». Intanto, su richiesta del patriarca di Gerusalemme dei Latini, monsignor Fouad Twal, l’o rg a n i z z a z i o n e pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) ha destinato 50.000 euro per le vittime della guerra nella Striscia di Gaza. Il contributo andrà per le necessità più urgenti che, secondo il Patriarcato, sono quelle di natura medica. Attualmente, i feriti vengono ricoverati sia negli ospedali di Gaza che nell’ospedale cattolico Saint Joseph, a Gerusalemme. Anche le istituzioni sanitarie cristiane a Gaza — riferisce Fides — hanno bisogno di aiuti immediati, soprattutto per pagare il combustibile con il quale mantenere i generatori di elettricità. Oltre agli aiuti medici occorre recuperare i centri cristiani della Striscia, come ad esempio la scuola cattolica “Sacra Famiglia”, dove si trovano attualmente circa un migliaio di sfollati, che deve essere ricostruita prima di poter rientrare in funzione. Sono andate completamente distrutte anche parte delle abitazioni di molti cristiani. Il Patriarcato ha chiesto ad Acs di intervenire anche per la ricostruzione di queste abitazioni. La comunità cristiana di Gaza conta circa 1300 cristiani, 170 dei quali cattolici. Nel suo appello il patriarca Twal continua ad implorare aiuto: «Per favore, continuate a pregare per noi, continuate ad essere solidali e aiutateci; ne abbiamo bisogno più che mai». Anche il vescovo ausiliare di Gerusalemme dei Latini, mons. William Hanna Shomali, ha lanciato un appello ad Aiuto alla Chiesa che Soffre: «La situazione umanitaria è davvero incresciosa. Vi chiediamo di pregare per la pace, vi chiediamo aiuto per i poveri e i feriti a causa della guerra. Adesso più che mai è il momento di sostenere le persone di Gaza».