Martyrs

Ecumenismo dei martiri · Il cardinale Koch per il ritorno a Bari della reliquia di san Nicola ·

ansa reliquia san nicola a mosca«San Nicola fa parte dell’ampia schiera di cristiani perseguitati, che comprende anche» molti fedeli dell’epoca odierna. «Oggi tutte le Chiese hanno i loro confessori e i loro martiri. I cristiani non sono perseguitati perché appartenenti a una specifica confessione, ma perché cristiani».

Ha rilanciato il tema purtroppo sempre attuale dell’«ecumenismo dei confessori e dei martiri» il cardinale Kurt Koch, presiedendo a Bari la celebrazione dei vespri per il ritorno dalla Russia della reliquia del santo.

Nel pomeriggio di venerdì 28 luglio il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha “riportato” nel capoluogo pugliese il frammento della costola sinistra di san Nicola, dopo che questa per sessantotto giorni era stata esposta alla venerazione dei fedeli russi a Mosca e a San Pietroburgo. Insieme con l’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Francesco Cacucci, il porporato è tornato dalla Federazione russa con la venerata reliquia per deporla di nuovo nella tomba nella basilica intitolata al santo vescovo di Myra.

All’omelia il cardinale Koch ha messo in luce come l’«ecumenismo dei confessori e dei martiri, per quanto tragico, comporta anche una grande promessa: la testimonianza di così tanti confessori e martiri del nostro tempo si rivelerà un giorno seme della piena unità ecumenica del Corpo di Cristo». Infatti, ha chiarito, «mentre noi cristiani e noi Chiese su questa terra viviamo una comunione ancora imperfetta, i confessori e i martiri nella gloria celeste sono già in una comunione piena e perfetta». E in tal modo, ha aggiunto, «essi non solo accompagnano e sostengono con la loro intercessione i nostri sforzi ecumenici tesi a realizzare la riconciliazione soprattutto tra i cristiani e le Chiese in oriente e in occidente, ma aiutano anche a crescere nella fede in Gesù Cristo e a trovare una gioia rinnovata nella professione» di questa fede. Anche perché, ha avvertito, solo se «poniamo Cristo al centro della vita cristiana e della comunità ecclesiale, dimostriamo di essere amici credibili di san Nicola e di trovarci sul giusto cammino verso l’unità nel corpo di Cristo».

© Osservatore Romano   29.7.2017