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Concilio panortodosso: nuovo cammino sinodale
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- Creato: 23 Giugno 2016
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“A prescindere dalle pur importanti assenze, il peso storico del Concilio panortodosso in svolgimento a Creta resta notevole e credo che le Chiese protagoniste, quelle che hanno deciso di parteciparvi dopo una preparazione durata 55 anni, ne siano consapevoli”. Ad affermarlo è Daniela Sala, giornalista della rivista Il Regno, inviata nell’isola greca per seguire
il primo Concilio convocato per riunire tutte e 14 le chiese ortodosse autocefale dopo 12 secoli. “Le dieci Chiese presenti avvertono che era assolutamente necessario incontrarsi per parlare insieme e prendere decisioni comuni su problemi interni ed esterni che la storia pone loro davanti e rispetto ai quali sentono la missione di dare un messaggio di unità e amore ai loro fedeli”. “Le Chiese ortodosse sono indipendenti e non hanno una struttura ‘sovranazionale’ che le coordini giuridicamente, per questo il Concilio, che nelle intenzioni dei partecipanti dovrebbe diventare una consuetudine, è l’occasione di realizzare concretamente quella conciliarità che è nel loro dna ma restava inespressa al di là delle singole realtà ecclesiali. Sono Chiese che cercano di imparare un nuovo modo sinodale di camminare insieme e colpisce come sia la stessa esigenza che avvertono oggi sia la Chiesa cattolica come quella anglicana”.
Punto di partenza e non di arrivo
“Tutti portavoce delle diverse Chiese autocefale presenti a Creta dicono che il clima del Concilio è molto positivo e la discussione procede con calma e in un clima costruttivo, mentre gli emendamenti ai vari documenti sono proposti e adottati all’unanimità abbastanza velocemente. Infatti, l’ordine del giorno è rispettato e domani, venerdì 24 giugno, resta solo da discutere l’ultimo documento quello dedicato ai rapporti con le altre Chiese cristiane e il messaggio finale”. A riferirlo, dall’isola greca, è p. Hyacinthe Destivelle, domenicano, officiale del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, collaboratore de L’Osservatore Romano. “L’impressione è dunque quella di un cammino sinodale che procede in modo molto positivo e che è anche l’inizio di una nuova sinodalità fra le Chiese ortodosse. Ovviamente, i documenti che si stanno discutendo a Creta sono molto importanti, ma è l’evento stesso del Concilio la vera grande novità. Non si tratta solo del risultato di un lungo cammino ma anche dell’inizio di un percorso rinnovato delle Chiese ortodosse”. “A Creta – spiega – si discutono soprattutto temi interni al mondo ortodosso, per assumere posizioni comuni su particolare tematiche. Ma il Patriarca ecumenico Bartolomeo ci tiene a sottolineare che l’obbiettivo dell’incontro è avviare una nuova sinodalità e risolvere questioni che sono all’ordine del giorno da 50 anni. A Dio piacendo, saranno i prossimi Concili ad affrontare le questioni del rapporto fra le Chiese ortodosse e il mondo esterno, temi più attuali come l’ambiente, la bioetica e la secolarizzazione”. “Bisogna ricordare infine che Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium parla dello scambio di doni fra le Chiese cristiane e suggerisce che noi cattolici possiamo imparare qualcosa dall’esperienza della sinodalità del mondo ortodosso. E’ dunque un terreno per il dialogo molto importante”.
Superare particolarismi e nazionalismi
“Il Concilio sta andando molto bene, soprattutto perché, prima dell’inizio dei lavori, le dieci Chiese partecipanti hanno rinnovato l’invito alle quattro Chiese assenti a partecipare alle celebrazioni e ai lavori del Concilio. Mosca e Antiochia hanno ribadito la loro defezione, mentre non conosciamo ancora la risposta di quelle di Georgia e Bulgaria. Ma tutti i Primati delle Chiese ortodosse presenti hanno ribadito un atteggiamento di ascolto e disponibilità nei confronti degli assenti”. Ad affermarlo è padre Athenagoras Fasiolo, delegato del Metropolita ortodosso d'Italia, archimandrita del trono ecumenico. “I lavori vanno molto bene perché c’è un ottimo rapporti fra tutti i presenti, un ottimo dialogo e la possibilità di esprimere tutti i pareri sui temi all’ordine del giorno. Aver già approvato, quasi definitivamente, il documento sulla presenza della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo è stato uno dei fatti principali”. “Fin dai primi giorni si è parlato con grande insistenza di quello di Creta come il primo Santo e grande Concilio ortodosso, intendendo dire che ci sarà un secondo e poi un terzo e così via. Credo che questa debba diventare una prassi nell’ortodossia che può permettere di superare l’etnofiletismo, cioè il nazionalismo all’interno delle Chiese ortodosse”. “Il messaggio del Patriarca ecumenico Bartolomeo in apertura del Concilio – spiega padre Fasiolo - ha sottolineato con forza l’appartenenza ad un’unica Chiesa, ‘una, santa, cattolica e apostolica’, che si esprime nel mondo attraverso rami diversi che appartengono però alla stessa pianta”. “Credo che questo grande Concilio dia la dimensione dell’universalità della Chiesa ortodossa e non del particolarismo e parlerà molto alla storia. Alcune Chiese sono state obbligate a non partecipare per motivazioni interne, non saprei se politiche o ecclesiastiche, che vanno superate”, conclude Fasiolo. “Dobbiamo ringraziare molto Papa Francesco per il suo messaggio su twitter al Patriarca Bartolomeo – che ha avuto grande rilievo sui media ortodossi - e la Chiesa cattolica per le preghiere sincere inviate al Concilio. Le sensibilità sono diverse, ma la pazienza, la buona volontà e lo Spirito Santo porteranno a un rinnovato dialogo ecumenico far di noi”.
© http://it.radiovaticana.va/news/2016/06/23