Matta el Meskin padre del deserto contemporaneo
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- Creato: 14 Maggio 2016
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Padre spirituale del monastero di San Macario in Egitto, Matta el Meskin con la sua vita di preghiera ha rappresentato, e per molti versi la sua eredità ancora rappresenta, un sicuro punto di riferimento per quanti ricercano in Cristo un senso alla propria esistenza.
Alla sua figura, nel decimo anniversario della morte, il monastero di Bose dedica per sabato 21 e domenica 22 maggio prossimi un convegno internazionale di spiritualità. Matta el Meskin (1919-2006) è stato monaco e igumeno del monastero di San Macario nel deserto di Scete dal 1969 alla sua morte. Da molti considerato un personaggio carismatico straordinario di grande spessore umano e spirituale, rappresenta uno dei più luminosi esponenti del cristianesimo in Egitto e il padre di una importante rinascita spirituale, monastica e culturale, all’interno della Chiesa copta ortodossa. Instancabile sostenitore dell’unità dei cristiani, Matta el Meskin è autore di un centinaio di scritti e di un corpus orale enorme. Una figura, tuttavia, che ancora non è stata pienamente scoperta e che il convegno, intitolato «Matta el Meskin, un padre del deserto contemporaneo», cercherà appunto di mettere in luce in tutta la sua complessità. «Se l’amore di Dio è ciò che ha spinto padre Matta a lasciare il mondo per un poverissimo monastero dell’Alto Egitto — viene sottolineato in un comunicato del monastero di Bose — non gli è mancato di sopportare la croce dell’i n c o m p re n s i o n e e della marginalizzazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Eppure oggi, nell’era di Tawadros II, patriarca della Chiesa copta ortodossa, i cristiani d’Egitto iniziano a raccogliere i frutti della profonda spiritualità di padre Matta e la sua opera continua a diffondersi ». Il desiderio profondo che appare in filigrana lungo tutta la vita monastica di abuna Matta è stato sempre quello di vivere radicalmente il Vangelo restando separato fisicamente dal mondo ma unito a tutti gli uomini mediante la preghiera, l’amore, l’ospitalità. Anche con i suoi scritti ha creato attorno a sé una vera e propria scuola teologica e spirituale. Tanto che oggi i suoi discepoli sono sparsi non solo in Egitto, ma nel mondo intero grazie alla diffusione delle sue opere tradotte in ben quindici lingue. Soprattutto, il monachesimo pensato e vissuto da Matta el Meskin risulta peculiare rispetto al panorama copto contemporaneo: austero e profondamente radicato nella spiritualità dei padri del deserto, è al contempo colto e aperto al mondo contemporaneo. Il convegno, al quale è annunciata la partecipazione di teologi, studiosi e discepoli spirituali di Matta el Meskin, verrà aperto dagli interventi del priore di Bose, Enzo Bianchi, e del vescovo copto Epiphanius abate del monastero di San Macario.
© Osservatore Romano - 15 maggio 2016
Alla sua figura, nel decimo anniversario della morte, il monastero di Bose dedica per sabato 21 e domenica 22 maggio prossimi un convegno internazionale di spiritualità. Matta el Meskin (1919-2006) è stato monaco e igumeno del monastero di San Macario nel deserto di Scete dal 1969 alla sua morte. Da molti considerato un personaggio carismatico straordinario di grande spessore umano e spirituale, rappresenta uno dei più luminosi esponenti del cristianesimo in Egitto e il padre di una importante rinascita spirituale, monastica e culturale, all’interno della Chiesa copta ortodossa. Instancabile sostenitore dell’unità dei cristiani, Matta el Meskin è autore di un centinaio di scritti e di un corpus orale enorme. Una figura, tuttavia, che ancora non è stata pienamente scoperta e che il convegno, intitolato «Matta el Meskin, un padre del deserto contemporaneo», cercherà appunto di mettere in luce in tutta la sua complessità. «Se l’amore di Dio è ciò che ha spinto padre Matta a lasciare il mondo per un poverissimo monastero dell’Alto Egitto — viene sottolineato in un comunicato del monastero di Bose — non gli è mancato di sopportare la croce dell’i n c o m p re n s i o n e e della marginalizzazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Eppure oggi, nell’era di Tawadros II, patriarca della Chiesa copta ortodossa, i cristiani d’Egitto iniziano a raccogliere i frutti della profonda spiritualità di padre Matta e la sua opera continua a diffondersi ». Il desiderio profondo che appare in filigrana lungo tutta la vita monastica di abuna Matta è stato sempre quello di vivere radicalmente il Vangelo restando separato fisicamente dal mondo ma unito a tutti gli uomini mediante la preghiera, l’amore, l’ospitalità. Anche con i suoi scritti ha creato attorno a sé una vera e propria scuola teologica e spirituale. Tanto che oggi i suoi discepoli sono sparsi non solo in Egitto, ma nel mondo intero grazie alla diffusione delle sue opere tradotte in ben quindici lingue. Soprattutto, il monachesimo pensato e vissuto da Matta el Meskin risulta peculiare rispetto al panorama copto contemporaneo: austero e profondamente radicato nella spiritualità dei padri del deserto, è al contempo colto e aperto al mondo contemporaneo. Il convegno, al quale è annunciata la partecipazione di teologi, studiosi e discepoli spirituali di Matta el Meskin, verrà aperto dagli interventi del priore di Bose, Enzo Bianchi, e del vescovo copto Epiphanius abate del monastero di San Macario.
© Osservatore Romano - 15 maggio 2016