La strada verso il futuro · ​Tra Gerusalemme e Roma ·

Tra Gerusalemme e RomaSi è svolto lunedì 13 a Gerusalemme l’incontro della Commissione mista fra la Chiesa cattolica e il Gran rabbinato d’Israele. Pubblichiamo la parte conclusiva delle osservazioni di parte cattolica, esposte in inglese dall’arcivescovo di Chieti - Vasto, sulla dichiarazione Tra Gerusalemme e Roma adottata

nel marzo 2016 dalla Conferenza dei rabbini europei e dal Comitato esecutivo del Consiglio rabbinico d’America.

 

Una particolare attenzione viene riservata ai lavori della Commissione bilaterale fra il Gran Rabbinato di Israele e la Santa Sede, che nel corso delle sue tredici riunioni (che hanno avuto luogo alternando ogni anno la sede tra Roma e Gerusalemme) ha saputo mettere in evidenza i valori condivisi, nel rispetto delle differenze.
La valutazione del cammino fatto è così espressa: «Noi, sia cattolici sia ebrei, riconosciamo che questa fraternità non può spazzare via le nostre differenze dottrinali; rafforza piuttosto le autentiche disposizioni positive reciproche verso i valori fondamentali che condividiamo, che includono il rispetto della Bibbia ebraica, ma non si limitano a esso». Le differenze teologiche sono indicate con onestà: esse potrebbero riassumersi nella formula — coniata da Shalom Ben Chorin — «la fede di Gesù ci unisce, la fede in Gesù ci divide». Nonostante questa profonda differenza, la Dichiarazione osserva che «alcune delle più alte autorità del giudaismo hanno affermato che i cristiani mantengono uno status speciale perché adorano il Creatore del cielo e della terra, che ha liberato il popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto e che esercita la provvidenza su tutta la creazione».
di Bruno Forte

© Osservatore Romano    14.11.2017