Documento sulla diaconia ecumenica firmato da Wcc, luterani e Act Alliance

ecumene 4GINEVRA, 1. Si intitola Called to Transformative Action. Ecumenical Diakonia , è firmato da Federazione luterana mondiale, Act Alliance e Consiglio ecumenico delle Chiese, e verrà presentato il mese prossimo al Comitato centrale del World Council of Churches (Wcc) a Ginevra: si tratta del documento con il quale le tre organizzazioni vogliono approfondire la comprensione della diaconia ecumenica e fornire una piattaforma comune per agire e riflettere insieme. Il gruppo di lavoro delinea le componenti teologiche della diaconia e offre contenuti pratici a coloro che sono impegnati in tale servizio.
Il documento, di ben cento pagine, è destinato a essere utilizzato per la formazione e l’addestramento nella diaconia ecumenica, per rafforzare la capacità istituzionale dei rispettivi organismi e favorire il dialogo e la cooperazione tra le Chiese. «Sin dalla fondazione, settant’anni fa, il Consiglio ecumenico delle Chiese, attraverso il suo servizio diaconale, ha facilitato — si legge in una nota diffusa sul sito in rete del Wcc — il reinsediamento di centinaia di migliaia di rifugiati, dopo le devastazioni causate dalla seconda guerra mondiale. Ora, due generazioni dopo, ha riunito le forze per “ri-immaginare” e “ri-accendere” la diaconia nel contesto in cui opera oggi, radicalmente diverso». Da quattro anni un gruppo di lavoro congiunto, formato da membri del Consiglio ecumenico delle chiese, di Act Alliance e della Federazione luterana mondiale, si è impegnato nell’elaborazione di un testo sul «servizio della Chiesa nel mondo». La diaconia, vi si legge, «tenta un approccio più globale e lo sta facendo grazie alle relazioni ecumeniche e grazie alla rivitalizzazione delle tre organizzazioni coinvolte». Sebbene Chiamati a un’azione trasformatrice. Diaconia ecumenica affondi le proprie radici nelle scritture bibliche, storiche e teologiche e nel vivere contemporaneo del servizio ecclesiastico, «l’obiettivo è olistico, pragmatico e intende chiarire che la diaconia ecumenica è la piattaforma sulla quale poter agire e riflettere insieme». Un testo, auspicano i redattori, che possa essere anche «un utile strumento per accompagnare il pellegrinaggio per la giustizia e la pace». Questo ambizioso percorso di ripensamento della diaconia «è stato intrapreso per facilitare e fornire nuove energie alle Chiese, alle organizzazioni ecumeniche e ai ministeri pastorali in un’epoca caratterizzata da maggiori bisogni e minori risorse», afferma Isabel Apawo Phiri, vice segretaria generale del Wcc, ribadendo che «l’obiettivo è realizzare ponti e nuove comprensioni teologiche per giungere a un approccio più laico e basato sui diritti». Come detto, il testo sarà presentato a giugno al Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese a Ginevra. Al momento è disponibile online in inglese, tedesco, francese, spagnolo e portoghese, con una guida allo studio. Le Chiese membro del Wcc sono invitate a fornire commenti e osservazioni entro l’8 giugno. «La scala e la gravità dell’attuale situazione e la radicale apertura di una nuova prospettiva richiedono davvero un approccio ecumenico», ha detto Phiri, secondo la quale «la posta in gioco nel nostro compito è molto alta in quanto le Chiese dovranno unirsi per affrontare la povertà, la fame, le crisi, le guerre, la tutela della salute globale, le disparità economiche, le ingiustizie, tutte trincerate da una struttura finanziaria non responsabile e ingiusta. Speriamo sinceramente che Chiese, agenzie e programmi mondiali di aiuto possano trarre ispirazione da questo documento per discernere dove essere chiamati e come intervenire strategicamente ed efficacemente nelle aree più bisognose del loro proprio contesto».

© Osservatore Romano - 1-2 giugno 2018