La denuncia dell’Unicef. Centinaia di bambini siriani uccisi nel 2016

scuola devastataAlmeno 652 bambini sono stati uccisi in Siria nel 2016. Di questi, 255 sono morti dentro o vicino a scuole colpite dalle bombe. Lo denuncia il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), il quale sottolinea come l’anno scorso sia stato tragico per i bambini siriani, con un numero mai visto di morti e feriti, mentre molti altri minori sono stati costretti a imbracciare le armi.

«Il livello di sofferenza è senza precedenti. Milioni di bambini in Siria sono sotto attacco ogni giorno», ha detto il direttore regionale dell’Unicef per il Medio oriente, Geert Cappelaere. Dopo tanti anni di guerra, si stima che sei milioni di bambini dipendano dagli aiuti umanitari.
«I più vulnerabili dei minori siriani sono i quasi tre milioni che vivono in zone difficili da raggiungere, compresi i 250.000 intrappolati in aree assediate, e che quindi non possono ricevere gli aiuti», si legge nel rapporto. Altri 2,3 milioni di bambini siriani hanno varcato il confine per cercare rifugio all’estero.
Come sottolinea l’Unicef, i bambini in Siria non muoiono solo perché colpiti da bombe o da altre armi, ma anche per assenza di cure mediche o di servizi di base. «Ogni volta che un bambino è segnato dalla battaglia per la vita avrà conseguenze orribili per la sua salute, il suo benessere e il suo futuro», ha detto Cappelaere.
La branca siriana di Al Qaeda ha intanto rivendicato l’attentato di sabato contro il pullman di pellegrini sciiti a Damasco nel quale sono rimaste uccise almeno quaranta persone. La notizia della rivendicazione giunge mentre ad Astana fervono i preparativi per un nuovo round di colloqui di pace voluti da Russia, Iran e Turchia. La tornata negoziale si svolgerà martedì 14 e mercoledì 15 marzo. Lo ha annunciato il ministro degli esteri kazako, Kairat Abdrakhmanov. Ignorata, quindi, la richiesta dei ribelli siriani, che sabato avevano chiesto un rinvio dell’incontro per valutare la tenuta del cessate il fuoco annunciato dal ministero della difesa russo dal 7 al 20 marzo e che, nello specifico, si applica nella Ghouta orientale, regione vicino a Damasco in mano ai ribelli.
«Siamo in attesa di conferme dalle altre parti attese ai colloqui», ha riferito Abdrakhmanov in parlamento, aggiungendo che le delegazioni hanno già iniziato ad arrivare nella capitale kazaka.
Il capo della diplomazia kazaka ha poi sottolineato che il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha lodato il “processo di Astana” per il mantenimento del cessate il fuoco con un meccanismo trilaterale di monitoraggio e per riportare la pace in Siria. «L’agenda dell’incontro — ha aggiunto il ministro degli esteri — dipende dai paesi garanti: Russia, Turchia e Iran».
L'Osservatore Romano, 13-14 marzo 2017