«Per di qua... ecco, entrate!». Una porticina spalanca una vecchia scala a chiocciola che da dietro l’altare s’arrampica in alto per più di venti metri. Passa sopra l’abside e poi ancora più su diventa una scaletta a pioli che conduce fin sotto il campanile in un corridoio stretto e lungo. È il parroco della chiesa romana di Santa Maria ai Monti, don Francesco Pesce, a farci largo quassù con la luce della torcia risalendo il tempo. Un tempo che ci riporta a quell’interminabile inverno del ’43, quando la Città Eterna è... leggi tutto