Coraggioso impulso alla nuova evangelizzazione

abside marianoMessaggio pontificio all’incontro dei vescovi delle Chiese cattoliche orientali.

Lungro, 15. «Vivo compiacimento» per una «provvida iniziativa» volta ad «approfondire aspetti importanti dell’identità e della missione delle Chiese orientali cattoliche» è stato espresso da Papa Francesco in un messaggio, firmato dal cardinale segretario di stato, Pietro Parolin, rivolto ai partecipanti al ventunesimo convegno annuale dei vescovi cattolici orientali nella cattedrale di Lungro, i cui lavori si concluderanno domenica prossima.
Il Pontefice «auspica che le giornate di studio favoriscano il vincolo di unità e di comunione tra i pastori imprimendo un ulteriore e coraggioso impulso alla nuova evangelizzazione del continente europeo». All’incontro prendono parte vescovi e membri del clero rappresentanti di dodici Chiese cattoliche orientali in Europa. Dopo la celebrazione dei vespri nella cattedrale di san Nicola di Mira, nel suo intervento, il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, ha sottolineato che «le sofferenze di tanti nostri fedeli oggi ci impongono di pensare, Chiesa latina e Chiesa orientale, i modi migliori e realistici per garantire un’ospitalità solidale e concreta, animando come sale della terra e lievito le nostre società spesso secolarizzate e individualiste, ma anche a portare avanti quel dialogo che cerca di intuire le strade possibili perché i fenomeni che costringono a emigrare e lasciare la propria terra abbiano un rimedio e una soluzione». Ricordando l’antico cammino migratorio degli albanesi in Calabria e nell’intero meridione, il porporato ha spiegato come «ancora oggi le violenze nel Medio oriente come nell’est dell’Europa — penso in particolare all’amata Ucraina — costringono i nostri fedeli a muoversi ed emigrare all’interno dei loro paesi o cercando un approdo sicuro in Europa, come in altre grandi nazioni del mondo». Il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali ha evidenziato come «la Chiesa nei secoli scorsi si adoperò non solo per l’accoglienza delle popolazioni, ma perché questa conservasse il proprio patrimonio spirituale teologico, liturgico e disciplinare». Inoltre, nel sottolineare «il cammino di consapevolezza che la Chiesa stessa ha dovuto compiere lungo gli anni per giungere alla fase matura, segnata principalmente dallo snodo costituito dal concilio Vaticano ii nel percepirsi come realtà organica, unita e plurale, valorizzando il patrimonio proprio che ciascuna tradizione porta nell’alveo dell’essere Chiesa universale, riconoscendo il servizio alla comunione all’unità svolto dal successore di Pietro», il porporato ha evidenziato le «radici profonde che attraversano i secoli dell’identità delle Chiese orientali cattoliche», ed insieme «riaffida una missione per il presente e il futuro dentro il continente europeo. La nostra presenza qui in qualche modo inaugura i festeggiamenti per il centenario di questa Chiesa, alla quale formuliamo il nostro migliore augurio e preghiera: sia il suo volto, nei diaconi e presbiteri intorno al vescovo, insieme ai fedeli laici tutti, pieno di luce, e aiuti tutti — ha aggiunto il cardinale Sandri — a camminare lungo le strade della vita cercando il volto del Signore».

© Osservatore Romano - 16 giugno 2018