La visita di Bartolomeo I alla Congregazione per le Chiese Orientali

Il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, arcivescovo di Costantinopoli, ha concluso con una sosta alla Congregazione per le Chiese Orientali, venerdì 7 marzo, la visita compiuta a Roma per incontrare Benedetto XVI e commemorare il 90° di fondazione del pontificio Istituto Orientale, di cui fu alunno dal 1963 al 1968. Al seguito del Patriarca erano Gennadios, Metropolita ortodosso per l'Italia, Athanasios, Metropolita di Helioupolis, due diaconi e laici.
Nel cortile di palazzo Bramante, in via della Conciliazione 34, verso le 10, è stato accolto dal prefetto del dicastero, il cardinale Leonardo Sandri, che con l'arcivescovo segretario, monsignor Antonio Maria Vegliò, lo ha accompagnato nella cappella bizantina per una preghiera. Il Patriarca si è compiaciuto della bellezza dell'aula sacra, e particolarmente della graziosa iconostasi e delle raffigurazioni dei sacri misteri di Cristo, della Vergine e dei santi, che ornano completamente l'interno. Salito al piano superiore Bartolomeo I si è recato nell'ufficio del cardinale prefetto, dove è collocato il bozzetto in bronzo del noto artista Biancini di Faenza, che riproduce l'abbraccio tra Paolo VI e Atenagora a Gerusalemme nel gennaio 1964, durante la prima storica visita di un Pontefice in Terra Santa. L'originale in ceramica orna la sala della delegazione apostolica dove avvenne l'incontro.
Passato al salone dei Papi, il Patriarca ha ricevuto l'omaggio della Congregazione. Il cardinale Sandri ha presentato all'ospite l'icona della Santa Madre di Dio ivi collocata dal 3 luglio 2007, con la lampada della pace, quale invito alla costante preghiera perché in Terra Santa, in Iraq e in Libano si ricomponga stabilmente la pace. Bartolomeo I ha subito venerato con devoto affetto l'icona mariana ed ha ascoltato le cordiali parole di benvenuto e di viva soddisfazione per la visita, la prima di un Patriarca ecumenico, pronunciate dal prefetto. L'incontro onora le stesse Chiese orientali cattoliche, ha sottolineato il cardinale, citando il n. 24 del decreto Orientalium Ecclesiarum del Concilio ecumenico Vaticano II, che appare particolarmente illuminante:  "Alle Chiese Orientali che sono in comunione con la Sede Apostolica Romana compete la particolare missione di promuovere l'unità di tutti i cristiani, specialmente orientali, secondo i principi del decreto sull'Ecumenismo di questo Sacro Concilio, in primo luogo con la preghiera, l'esempio della vita, la scrupolosa fedeltà alle antiche tradizioni orientali, la mutua e più completa conoscenza, la collaborazione e la fraterna stima delle cose e degli animi". Egli ha ringraziato il Patriarca ed ha auspicato una sempre fruttuosa collaborazione perché il cammino ecumenico prosegua secondo la volontà del Signore. E ha presentato poi in dono un'artistica stampa raffigurante la basilica di Santa Maria Maggiore, molto cara al Patriarca perché, a motivo della prossimità col pontificio Istituto Orientale, vi sostava spesso in preghiera, e una piccola medaglia celebrativa dell'incontro tra Paolo VI e Atenagora del 25 luglio 1967. Essa reca l'intreccio delle tre croci:  quella di Cristo, di Pietro e di Andrea, e a commento le seguenti parole:  Petrus et Andreas fratres et Iesu Cruci affixi discipuli - 25.VII.1967 - Paulus Athenagoras invicem diligentes. È il programma delle relazioni ecumeniche:  vicendevole amore nella fraternità in Cristo.
Il Patriarca Bartolomeo ha ricambiato il saluto e il ringraziamento, manifestando la sua gioia per l'incontro e la collaborazione con la Congregazione e il pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, e volgendo il suo pensiero anche alle Chiese Orientali Cattoliche. In linea con il documento di Balamand (dal nome della località dove avvenne uno storico incontro della commissione mista tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse) - egli ha aggiunto riferendosi ai greco-cattolici - quella forma non è il nostro modello di unione, ma ciò non toglie il rispetto e la cordialità per quelle Chiese che hanno contribuito a custodire, nella Chiesa cattolica, principi e valori della tradizione orientale cristiana, e che hanno avuto tanti martiri. Ha poi citato l'Arcivescovo caldeo di Mossul, esprimendo l'auspicio orante per la sua liberazione. E ha ricambiato i doni con un artistico piatto d'argento recante la sua firma e alcune pubblicazioni sulla sua opera per la salvaguardia del creato.
Al Patriarca è stata, infine, offerta la pregevole opera in cinque volumi che riproduce l'autobiografia e la corrispondenza di padre Cirillo Korolevskij (1878-1959), consultore della Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale e collaboratore del cardinale Tisserant, la cui azione liturgica fu apprezzata da autorevoli ortodossi, in particolare dal metropolita Eulogio. Era presente il curatore monsignor Giuseppe Croce, dell'Archivio Segreto Vaticano. Con i superiori e i collaboratori ecclesiastici e laici del dicastero, hanno personalmente salutato il Patriarca l'arcivescovo segretario del Sinodo dei Vescovi, monsignor Nicola Eterovic, il vescovo segretario del pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, monsignor Brian Farrell, il rettore e il decano del pontificio Istituto Orientale.
Lasciando la Congregazione, Bartolomeo I si è soffermato davanti alla lapide marmorea che commemora la visita del beato Giovanni XXIII, rivolgendo un cordiale pensiero a quel sincero amico dell'Oriente, che proprio ad Istanbul dal 1935 al 1944 svolse, quale delegato apostolico, una proficua opera anche ecumenica e del quale si commemora quest'anno il cinquantesimo dell'elezione alla sede di Pietro.

(©L'Osservatore Romano - 10-11 marzo 2008)